Cultura, tv e spettacoli

Due esempi di censura in tv - Seconda parte

Non c’è un bel clima: ecco cosa succede a chi contesta il pensiero unico sanitario

E questa strisciante censura mediatica nei riguardi del pensiero critico, segnalata più volte in questi giorni da Maria Giovanna Maglie, costituisce a mio parere un altro, preoccupante aspetto di una deriva democratica di cui quasi nessuno nel mondo dell’informazione sembra preoccuparsi. Il risultato di un simile appiattimento del dibattito è quello di farci compiere ancora ulteriori passi verso l’inferno di un regime sanitario che nessuno ha sicuramente pianificato, ma che per tanti, troppi personaggi della politica, della cosiddetta scienza medica e dell’informazione continua a rappresentare una manna caduta dal cielo di Pechino.

Proprio in tema di un dibattito pubblico che non c’è, personalmente non mi sento affatto in sintonia con i no vax o con i tanti complottisti in servizio attivo permanente. Tuttavia, solo il fatto di passare per negazionista se mi permetto di ritenere più ragionevole la strategia di alcuni Stati europei di grande tradizione democratica, che hanno lasciato ai cittadini la libertà di scelta sul vaccino, dovrebbe farci riflettere. Quando in un sistema democratico l’informazione diventa strumentale per imporre un pensiero unico, così come sta oramai avvenendo da quasi due anni, il futuro di quello stesso sistema appare quanto mai oscuro.

Claudio Romiti, 8 novembre 2021

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