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Due filosofi svegliano la politica che ronfa

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Eppure qualcosa si muove all’ombra dell’immobilismo intellettuale della Lega e del Pd. Due filosofi tentano infatti di risvegliare menti e coscienze di una classe politica che, nonostante le proprie autoconvinzioni, non è preparata a gestire 240 miliardi di euro che, se continua così, con il premier Conte non arriveranno mai.

Alla ricerca della politica perduta

Da una parte, l’autorevole riserva della Repubblica Marcello Pera cerca di far ragionare Matteo Salvini, e non solo lui, ma non si sa con quale grado di ascolto. A sinistra un altro filosofo, Luciano Floridi, ritenuto il padre dell’infosfera (suo neologismo) e dell’etica digitale, ascoltato guru di Google e Microsoft, dotato dell’ars oratoria degli antichi pensatori, riempie i teatri milanesi. Cresciuto a Guarcino, un paesino del Frusinate -vicino ad Arpino che diede i natali a Cicerone – scelto dalla Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe) per sviluppare un progetto pilota guidato dal Presidente Boccanelli per trasformarlo nel primo borgo d’Italia a misura di anziano con 5G e banda ultralarga – è professore ordinario di filosofia a Oxford, dove dirige anche il Digital Ethics Lab. Ad intuirne, tra gli altri, le capacità divulgative anche in chiave politica è stato Sergio Scalpelli, un furetto sessantenne che si è fatto le ossa tra l’ala migliorista del vecchio Pci e il mondo “liberal” che ha dato vita al Foglio di Giuliano Ferrara. Sta prendendo corpo, dunque, un movimento intellettuale al quale Nicola Zingaretti, tanto pacioso quanto attento, guarda con attenzione.

Così, tra un bicchiere di vino e un sigaro, è nata “Base Italia” con un terzetto d’attacco che sta inanellando goal modello Atalanta: accanto a Floridi, due attaccanti di scuole diverse, ma che sanno passarsi la palla ad occhi chiusi: un sindacalista popolano, Marco Bentivogli, e un economista da prime time, Carlo Cottarelli. Un vero e proprio “trio delle meraviglie”, direbbero i commentatori sportivi: Floridi che da Oxford parla con le università, i governi e le Big Tech di tutto il mondo; Bentivogli che, per il suo trascorso in Cisl, dove ovviamente oggi viene avversato in ogni modo, ha rapporti privilegiati con il mondo dell’industria, stimato per il suo approccio innovativo al mondo digitale; e, infine, Cottarelli, ex primo ministro per una notte, che sa fare assists perfetti grazie alle passate esperienze con le grandi centrali della finanza mondiale, dal Fondo Monetario Internazionale alla Federal Reserve. Riuscirà “Base Italia”, come dice lo stesso Floridi, a far riflettere i politici che bisogna ripartire tutti insieme, anziché uno contro l’altro, dalle competenze e senza disdegnare una piccola dose di populismo?

È una scommessa che scuote comunque la sinistra, dove in tanti si sforzano di capire il mondo che verrà. Da Goffredo Bettini, che sta pensando, anche lui, a qualcosa di nuovo, alla giovane e determinata populista Elly Schlein, vulcanica portabandiera Lgbt italiana, vicepresidente della giunta dell’Emilia che prende le distanze dal M5s e dal Pd e che da Bologna punta ora a sfondare a Roma e a Bruxelles con un movimento ambientalista e, analogamente a Base Italia, con una politica europea Green & Blue, verde e digitale, che ridimensioni i governi nazionali e regoli il potere dei colossi del Tech.

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