La tensione tra Usa e Ucraina non è mai stata così alta. La giornata di ieri potrebbe rappresentare uno spartiacque tra Washington e Kiev, con lo scontro frontale in mondovisione tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. Dopo giorni di clima rovente, alla Casa Bianca è andato uno show difficile da pronostica: urla, minacce e recriminazioni. Di fronte a reporter e membri del governo a stelle e strisce, il tycoon e il suo vice JD Vance hanno messo all’angolo il leader di Kiev: venti minuti al vetriolo che si sono conclusi con la partenza anticipata di Zelensky dalla Casa Bianca, senza una conferenza stampa, senza la firma sull’intesa sulle terre rare e soprattutto senza un accordo che possa portare pace in Ucraina.
“Torna quando sarai pronto per la pace, ti abbiamo messo nelle condizioni di fare il duro: ora non hai le carte” il messaggio di Trump a Zelensky. Il presidente americano se n’è infischiato della diplomazia e ha deciso di condurre i giochi con i suoi modi, senza troppi formalismi e senza preoccuparsi di mandare messaggi sbagliati alla Russia. Il vertice di ieri è arrivato al termine di una settimana intensa di negoziati che ha visto alternarsi a Washington il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Keir Starmer. E già negli scorsi giorni era palpabile la tensione tra Washington e Kiev, con Trump che aveva accusato Zelensky di essere un “dittatore”. Dichiarazione poi rimangiata, affermando di nutrire “grande rispetto” per il leader di Kiev. E, invece, al di là dei convenevoli iniziali la situazione è subito degenerata.
“Dovresti ringraziare il presidente per aver cercato di coinvolgerti in questo colloquio” il j’accuse di JD Vance, con Zelensky reo di aver mancato di rispetto agli Usa. Il vice di Trump ha poi ricordato la visita di Zelensky in Pennsylvania per visitare una fabbrica di armi durante l’ultima campagna elettorale a bordo dell’Air Force One di Joe Biden. Visibilmente travolto dalla folata americana, Zelensky ha provato a tenere botta: “Sei mai stato in Ucraina? Voi avete un bell’oceano e non sentite gli effetti della guerra ma li sentirete”. Perentoria la replica di Trump: “Non dirci cosa proveremo, noi staremo bene e saremo forti” accusando la guida dell’Ucraina i “giocare con la terza guerra mondiale”. “O fai un accordo o noi ci tiriamo fuori”, ha poi minacciato Trump: “Se noi ci tiriamo fuori, te la dovrai vedere da solo e non credo andrà tanto bene”. E ancora: “Senza le nostre armi avresti perso la guerra in 15 giorni”. Trump ha poi rincarato la dose con un post su Truth poco dopo l’uscita dallo Studio Ovale. “Può tornare quando sarà pronto per la pace”. E ancora, in partenza dalla Casa Bianca per la Florida, Trump ha affermato che Zelensky “ha sopravvalutato le sue carte”: “Ho avuto l’impressione che Zelensky voglia lottare, lottare, lottare. Io e Putin vogliamo la pace“.
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Il futuro dell’Ucraina è tutto da scrivere. Saltati gli accordi sulle terre rare, l’unica possibilità per la pace a questo punto è che il dialogo tra Washington e Kiev riprende attraverso canali meno ufficiali. Secondo il Washington Post, che cita fonti dell’amministrazione, gli Usa stanno valutando di mettere fine a tutte le consegne di aiuti militari all’Ucraina. Parliamo di miliardi di dollari di radar, veicoli, munizioni e missili in attesa di essere spediti in Ucraina tramite l’autorità presidenziale che può attingere dagli arsenali del Pentagono.
L’Europa ha già chiarito di essere dalla parte di Zelensky, il primo a prendere posizione è stato il presidente francese Emmanuel Macron: “C’è un aggressore russo, bisogna rispettare chi lo combatte dall’inizio”. Il capo dell’Eliseo ieri sera ha tenuto un colloquio telefonico con il leader di Kiev. “Caro Zelensky e cari amici ucraini, non siete soli”, ha scritto su X il premier polacco e presidente di turno dell’Ue, Donald Tusk. Queste, invece, le parole del premier italiano Giorgia Meloni: “Ogni divisione dell’Occidente ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà. Non del suo potere o della sua influenza, ma dei principi che l’hanno fondata, primo fra tutti la libertà. Una divisione non converrebbe a nessuno”. “Caro Zelensky non sei mai solo”, hanno twittato all’unisono la presidente della Commissione Ue, Ursula Von del Leyen e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, mentre l’alto Rappresentante Kaja Kallas ha affermato che “il mondo libero ha bisogno di un nuovo leader”.
Franco Lodige, 29 febbraio 2025
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