Attenzione: nel mondo dei trapper/rapper non esiste solo il conformismo alla Fedez. Negli ultimi giorni, con una serie di tweet provocatori, è anzi uscito allo scoperto un potenziale “anti Fedez”. Si tratta di Emis Killa, alias Emiliano Rudolf Giambelli, musicista di Vimercate, che ha deciso di sfidare a viso aperto il politicamente corretto: “Ha rotto il c…”, ha cinguettato sulla sua pagina social. E non contento del vespaio scatenato, ha rincarato la dose: “Di sto passo va a finire che se uno str… ti mette le mani addosso devi sperare che sia italiano, etero e atletico, se no sei razzista, omofobo o ‘bullo’”. E ancora: “Non ci si può sentire offesi per qualsiasi cosa”. Un evidente riferimento alla sottocultura vittimista che alimenta la politica delle identità, le continue rivendicazioni di presunte categorie oppresse, che tracimano nella nevrosi, come le accuse al “bacio non consensuale” del principe a Biancaneve.
E a proposito di Disney, Emis ironizza: “Mi guardo Frozen con mia figlia, speriamo nessuno s’incazzi perché il pupazzo di neve l’han fatto bianco”. Insomma, finalmente un artista ha il coraggio di andare controcorrente, di non accodarsi al mainstream. Che quella sarebbe la strada più comoda, lo dimostrano le tante critiche ricevute da Giambelli su Twitter. Evidentemente, il pubblico di questa musica, apparentemente così irriverente, è più appiattito sul politicamente corretto dei propri idoli. Sarà per questo che qualcun altro, magari per il bene della saccoccia, si allinea al pensiero dominante?