L'ammucchiata di sinistra

“È casa tua”. Questa foto cestina Di Maio

L’accordo tra Pd e Impegno Civico nella sede al Nazareno. Luigino col “partito di Bibbiano”

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Ci sono delle foto in grado di raccontare i fatti molto più di mille parole. Sui social gli avversari politici ne hanno pubblicata una che rientra di diritto tra queste: si vede Luigi Di Maio, non esattamente sorridente, che esce dalla sede del Partito Democratico. Lui, l’ex leader del movimento del Vaffa, quello del Pdmenoelle, quello del “mai col partito di Bibbiano” e l’elettroshock passeggia di fronte alla scritta “Questa è casa tua”.

Dopo l’accordo con Calenda, dopo il patto con Verdi e Sinistra Italiana, Letta è riuscito a mettere insieme anche quel che resta di Impegno Civico, la neonata (e pure neomorta) formazione di Giggino e Bruno Tabacci. Alla fine della fiera, il Pd dovrebbe candidare i suoi nel 59 per cento dei collegi uninominali, il 24% è andato ad Azione +Europa, 13% ai Rossoverdi e 4% a Di Maio. Non ci saranno i leader, in teoria, visto che Calenda non vuol costringere i suoi elettori a dare i voti a Fratoianni e Di Maio. Dunque Luigi dovrà trovare una soluzione. Per sé, s’intende. Cosa fare? Tentare la corsa in un collegio proporzionale, sicuro – o quasi – di non superare la soglia di sbarramento? Provare la fortuna in un collegio uninominale in cui, magari, il candidato del Pd sarà talmente sconosciuto da far convergere su di lui i voti democratici? Oppure accettare la proposta di Letta, infilarsi nel famoso “diritto di tribuna” e lasciare i suoi (già infuriati) in balia dei miseri sondaggi?

Stavolta ha ragione Bertinotti: si tratta di un “accordo tra professionisti della politica”. Non c’entrano nulla la “difesa della Costituzione”, il blocco “contro la destra” (grande errore di Letta) né il programma per il Paese che verrà. Solo classica, barbara e pure mal fatta spartizione dei seggi mettendo insieme tutto e il contrario di tutto. Di Maio, cresciuto nel Movimento che doveva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, che intendeva approvare il vincolo di mandato, che aveva promesso di lasciare la politica al secondo mandato, si ritrova chiuso in una gabbia. Con le insegne del Pd.

Franco Lodige, 7 agosto 2022

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