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E dalle tracce di maturità sbucò Tomaso Montanari…

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L’immenso poeta Giuseppe Ungaretti, il grande letterato Leonardo Sciascia e… Tomaso Montanari. Che cosa hanno in comune due dei principali autori della letteratura italiana con il critico d’arte fiorentino conosciuto più per i fallimentari tentativi politici di costituire un nuovo partito di estrema sinistra piuttosto che per il suo contributo alla cultura italiana? Certamente non la statura intellettuale e né la qualità della produzione editoriale, eppure qualcuno al Ministero dell’Istruzione deve aver pensato a una brillante intuizione quando ha deciso di inserire un brano tratto dal libro “Istruzioni per l’uso del futuro. Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà” di Montanari come traccia alla maturità.

Una decisione grave sotto vari punti di vista. Anzitutto l’autore in questione non ha un profilo e un curriculum idoneo per essere equiparato agli altri autori scelti che rappresentano il gotha della cultura nazionale, in secondo luogo, proprio pochi giorni fa, Montanari (che insieme a Carlo Ginzburg, il collettivo Wu Ming, Zerocalcare, Roberto Piumini e Salvatore Settis è stato tra coloro che hanno deciso di non partecipare al Salone del libro per protesta) ha scritto un ingiurioso tweet contro l’appena scomparso Zeffirelli e Oriana Fallaci che è agli antipodi delle finalità pedagogiche necessarie a un autore che viene scelto per le tracce della maturità: “Si può dire che il #maestro Scespirelli era un insopportabile mediocre, al cinema inguardabile? E che fanno senso gli alti lai della Firenzina, genuflessa in lutto o in orbace, ai piedi suoi e dell’orrenda Oriana? Dio l’abbia in gloria, con Portesante e quel che ne consegue. Amen”.

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