Caporetto Schlein: la destra non molla. All’indomani del primo turno di questa tornata di elezioni amministrative, La Repubblica titolò tutta pagina “L’onda di destra si è fermata” perché loro – quelli di Repubblica – sono un giornale che ha il polso del Paese Bene. Ieri, turno di ballottaggio, il centrodestra ha vinto a valanga ovunque meno che a Vicenza, non a caso l’unica città il cui candidato della sinistra ha tenuto bene alla larga la neosegretaria Elly Schlein. Per la sinistra, è l’ennesima Caporetto sconfitta anche nelle sue roccaforti, battuta anche dove si presentava in tandem con i 5 stelle.
Insomma, non solo non c’è alcun effetto Schlein, ma neppure un effetto Fabio Fazio o Lucia Annunziata. Gli italiani non vedono alcun pericolo di deriva autoritaria, se mai ribadiscono di non avere alcuna intenzione di seguire il nuovo Pd in avventure ideologiche, in utero in affitto, in finte paci in Ucraina, insomma in derive comunistoidi. Non c’è dubbio che sia trattato di un test elettorale locale, ma evidentemente l’operato del governo sta superando a pieni voti il giudizio della maggioranza degli italiani altrimenti qualche segnale, ieri, lo si sarebbe colto.
Continuino pure i Saviano e le Murgia ad abbaiare alla Luna, che ormai è chiaro che rappresentano solo se stessi. Continuino pure La Repubblica, La Stampa a raccontare ogni giorno un’Italia impaurita, arrabbiata che non esiste. Prendano atto, gli uni e gli altri, che la crisi delle sinistre non ha confini e che ieri, travolto dalle destre in una tornata amministrativa tipo quella italiana in Spagna il premier socialista Sanchez si è dimesso e ha indetto nuove elezioni politiche.
Adesso Giorgia Meloni, con Salvini e Berlusconi, può alzare l’asticella della sua scommessa e provare a dare l’assalto al fortino europeo che fino a pochi mesi fa sembrava non espugnabile Tra un anno infatti si vota per l’Europa, le sinistre sono nel pallone, Macron non sa che pesci pigliare, destre conservatrici e popolari stanno invece preparando una inedita alleanza e se questo vento non cambierà direzione, beh, allora molte cose dovranno cambiare anche nelle politiche dell’Unione. Insomma, può essere che tra un anno si archivino le discussioni sulle etichette di vino e di olio, sui trans e sulle misure delle caldaie e per la prima volta dalla sua fondazione l’Europa potrebbe parlare di valori occidentali e di economia reale. Può essere, incrociamo le dita.