Cronaca

È giusto cacciare l’imam aggressivo

Il 50enne, originario del Bangladesh, era il presidente di un’associazione culturale islamica a Milano

imam abusivo © LuisPortugal, eranicle e towfiqu barbhuiya tramite Canva.com

Espulso a seguito di un provvedimento del ministro dell’Interno emesso per “motivi di ordine e sicurezza pubblica”. Il destinatario della misura è un cittadino del Bangladesh di 50 anni, imam di una moschea abusiva a Milano, in via Zambelli. La notizia è stata riportata dal Giornale, che racconta anche di come l’uomo sia già stato portato sull’aereo che lo condurrà nel proprio paese. Grazie al prezioso lavoro degli agenti della Digos coadiuvati dall’ufficio immigrazione della questura di Milano, l’uomo era già stato oggetto di un avviso orale a causa dei suoi comportamenti, sintomo di “una non trascurabile pericolosità sociale, in particolare nei confronti di persone di sesso femminile”.

La nota della polizia recita: “Nell’ambito della consueta attività di prevenzione e monitoraggio del fenomeno del radicalismo di matrice religiosa condotta dagli agenti della sezione antiterrorismo della Digos, ulteriormente implementata a seguito dei noti fatti del 7 ottobre dello scorso anno, è emersa l’attenzione nei confronti del cittadino straniero già destinatario di avviso orale del Questore di Milano”. A novembre il bengalese era stato oggetto di vari scontri con una troupe televisiva. Avvicinato da una giornalista, era stato eufemisticamente poco incline a rispondere alle domande, utilizzando epiteti e minacce come “italiani di mer…”, “vi ammazzo”, “vi taglio la gola”. La stessa giornalista era arrivata ad essere minacciata di morte dall’uomo.

Il quartiere Dergano, dove era situata la moschea abusiva, era diventato pericoloso per i propri residenti. Particolare inquietante in una città come Milano, ma sinonimo di una preoccupante deriva alla quale stiamo assistendo sempre più spesso e che dovrebbe portare chi parla di possibilità di convivenza anche con le frange più radicali del mondo islamico a interessarsi a casi come questo. L’imam abusivo, interrogato dalla giornalista di Rete Quattro, si era difeso dalle accuse utilizzando il pretesto del razzismo da parte dei residenti nei suoi confronti. Non è bastato a evitargli però l’espulsione.

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Sul provvedimento del Ministero dell’Interno si è espressa l’europarlamentare della Lega Silvia Sardone, che vive sotto scorta dallo scorso ottobre a causa delle minacce ricevute via social (e rivolte anche verso i suoi figli) da parte di estremisti islamici per via delle sue dure prese di posizione contro le moschee abusive e contro l’utilizzo del velo islamico, che considera “strumento di sottomissione per le donne”. Sardone ha dichiarato: “Vorrei capire, ora, dove sono le femministe di sinistra? Non hanno nulla da dire? Sono troppo impegnare a modificare le desinenze delle parole, forse… Ora il sindaco Sala, anziché appoggiare la battaglia di arretramento culturale di Pioltello, si attivi immediatamente per chiudere il luogo di culto irregolare dove spadroneggiava questo signore”.

L. C., 15 aprile 2024

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