Cultura, tv e spettacoli

“È giusto mandarvi aff….”. Sallusti distrugge Giannini&co

Il direttore del Giornale: “Sono reduci di una superiorità culturale a lungo teorizzata ma in realtà mai esistita”

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Oggi bisogna leggere l’articolo pubblicato dal direttore Alessandro Sallusti che si cucina, senza mezzi termini, i vari Luca Bottura e Massimo Giannini per le loro uscite su Romano Prodi e il “retequattrismo”.

“Non capita tutti i giorni che un famoso e prestigioso conduttore tv mandi in diretta apertamente a quel paese, senza giri di parole ma con crudezza inequivocabile, colleghi altrettanto famosi – scrive il direttore del Giornale – È successo l’altra sera su Rete4, protagonista Paolo Del Debbio che durante la sua trasmissione «Diritto e Rovescio» ha detto ciò che pensa di Massimo Giannini, editorialista de La Repubblica, e di Luca Bottura, giornalista e conduttore radiofonico. Lo ha detto perché, secondo i due, quella che va in onda su Rete4 è una informazione partigiana, inattendibile, megafono del governo. Detto così potrebbe anche sembrare una baruffa tra colleghi, in realtà quello che Del Debbio pone a modo suo è uno dei cancri della nostra democrazia: se non sei dei loro se non sei di sinistra sei un giullare al servizio di qualcuno e in quanto tale vai deriso, screditato, possibilmente abbattuto”.

Sallusti è convinto che questo sia “il nuovo fascismo” molto più di quattro farlocchi saluti romani. “Questa è la frustrazione di chi, essendosi messo al servizio di una causa sconfitta dalla storia e della cronaca, non tocca palla da tempo immemore ed è costretto per esistere a dare pagelle a chi è in campo“.

Quello che proprio Giannini&co non riescono a capire è che “Rete4 è una voce libera, un gigante di libertà di informazione se confrontato alla quasi totalità delle reti e trasmissioni concorrenti che trasudano faziosità e rancore, conduttori feroci con i nemici culturali e politici a costo di manomettere la realtà quanto agnellini con i partiti amici con i quali spesso si accasano nel parlamento nazionale e in quello europeo”.

Giannini e soci sono per Sallusti dei “reduci di una superiorità culturale a lungo teorizzata ma in realtà mai esistita”. E adesso “sono diventati loro sì macchiette fuori dal tempo e dalla storia”. Ovviamente “ben pagati” ma “pur sempre falliti”. “Si comportano e parlano come unici depositari della verità – aggiunge Sallusti – anche se la vita reale li smentisce ad ogni occasione. Ma vigliacco se ne avessero mai azzeccata una, per alimentarsi si accompagnano a tipi improbabili, a pezzi più o meno deviati dei servizi segreti, a magistrati in cerca di gloria personale. Insomma, non si può che condividere e applaudire la lucida analisi del filosofo lo è di professione – Paolo Del Debbio: «Non siete nessuno, vedete di andarvene a fare in…»”.

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