Commenti all'articolo È giusto umiliare gli studenti che “impiccarono” Meloni

Concordo pienamente. In USA dove agli studenti non tutto è permesso e dove a scuola è fatta per imparare (purtroppo poco e male in quanto “a multiple choice”) chi si comporta male prima riceve una “detention” in giornata, cioè sta da solo per un’ora a pensare al misfatto ed a fare una attività noiosa, poi se si ripete deve venire al sabato a scuola (spesso con i genitori che lo accompagnano) a fare delle attività dando un segnale alla famiglia (cui e’ rovinato il week-end) ed al ragazzo che qualcosa non va.
Finalmente in Italia si vuole cercare di reintrodurre il principio che non tutto è permesso con buona pace degli ex-sessantottini

Ocone filosofo liberale con la propensione all’autoritarismo, eleva a cultura l’umiliazione per rendersi credibile con il pubblico di Porro. Da liberale non dovrebbe indulgere a concetti di cultura patriarcale, quale l’umiliazione del reo, ma avere senso della misura ed essere competente nelle proposte non è facile in un contesto di destra estrema.
P.S. la “punizione” è sufficiente e adeguata, a parlare di “umiliazione” è stato il ministro per primo.
L’umiliazione non è un valore a meno che non si usi l’artificio retorico del “se umiliazione è ripagare il reato con gesti ed azioni utili alla comunità, allora io sono per l’umiliazione”

Se il lavoro è una umiliazione, vedi quanti auto-umiliati stanno partendo da tanti paesi in cerca di lavoro. La verità è che questi bamboccioni, non conoscendo la fatica fanno di tutto per non conoscerla perché abituati al perbenismo dei genitori. Spostare sacchi o pulire gli ambienti dove tra l’altro loro vivono, dove sta l’umiliazione? Comunque, al più presto saranno assolti con “E’ stata una ragazzata pena spropositata” con preside al rogo, se di dx, “poteva essere più cauto”, se di sx. Li stanno abituando a guardare chi lavora e a non lavorare. Povera Italia del futuro e soprattutto poveri umiliati (nel senso di lavoratori) del futuro.