Ci sono due tipologie di giornalisti: chi fa le domande, e chi applaude. Ce lo ricordiamo dai tempi di Mario Draghi, quando il suo ingresso trionfale in sala stampa venne accolto da uno scrosciante battimani come nemmeno in Nord Corea. Ci è stato confermato oggi durante la conferenza stampa di presentazione della prima serata del Festival di Sanremo. Protagonista stavolta è la dama intoccabile per eccellenza, Chiara Ferragni, la diva che devolve il cachet contro la violenza di genere, fa un pippozzo enorme sulla “violenza psicologica” ed “economica” sulle donne ma non ha il coraggio di rispondere ad un banale quesito sui testi delle canzoni di suo marito, “un po’ misogini”.
Andiamo con ordine. Stamattina al Casinò di Sanremo i cronisti si sono radunati per ascoltare i vertici della Rai e i protagonisti dell’Ariston. Schierati in prima fila ci sono Amadeus, Chiara Ferragni (co-conduttrice di stasera), Stefano Coletta, Gianni Morandi e gli altri. Tra l’annuncio della partecipazione esclusiva di Sergio Mattarella e Roberto Benigni, le domande dei giornalisti hanno ondeggiato da una banalità all’altra. L’apice è stato raggiunto quando ai conduttori è stato chiesto quale articolo della Costituzione vorrebbero tatuarsi sulla pelle, raccogliendo come risposte un imbarazzato “tutti” da parte di Amadeus, un pilatesco “idem” di Ferragni e un più classico “la repubblica fondata sul lavoro” da parte di Morandi. Solo a cinque minuti dalla fine è arrivata una domanda un tantino interessante. A porla è stato Paolo Giordano, inviato del Giornale.
CHIARA FERRAGNI ON FIRE GIÀ SI VOLA ☕️ #Sanremo2023 pic.twitter.com/QdMA0jwzdP
— trashtvstellare (@tvstellare) February 7, 2023
Breve passo indietro. Poco prima Ferragni aveva spiegato il perché della sua scelta di devolvere il cachet all’associazione Dire, inoltrandosi in una dettagliata disamina della “violenza psicologica” di cui si parla troppo poco: “Gelosia eccessiva, possessività, il decidere per te o il farti sentire da meno. Sono comportamenti che subiscono moltissime donne. Ma siamo le prime a giustificarli, e invece vanno condannati come forma di violenza. Per questo è importante parlarne”. Bene, brava, bis. Tutto giusto.
A quel punto però Giordano alza il ditino e chiede: “Parlando di inclusività e di rispetto, che cosa pensa dei testi che Fedez ha scritto quando forse neppure la conosceva e che sono sessisti, misogini, un po’ troppo rap ed esagerati. Magari ne avete parlato, lo ha rimbrottato…”. La domanda infastidisce la diva, che si mette sulla difensiva: “È anche lui a Sanremo e potete chiederlo direttamente a lui, qui stiamo parlando del Festival. È giusto che risponda lui: io sono qui a rappresentare me stessa, non lui né la coppia”. Certo le colpe del marito non ricadono sulla moglie. Ma il punto, come fa notare Giordano, non è tanto chi lei rappresenti, ma “cosa ne pensa dei testi” passati di Fedez. La domanda è legittima e perfettamente inerente. Forse la migliore di tutta l’ora di intervista. Ma niente. La diva non risponde sorretta dagli applausi degli altri giornalisti. Solidali ovviamente con Ferragni, mica col collega.
Per approfondire