Politica

E io invece dico sì allo Ius Scholae di Tajani

tajani unione europea © Yaroslav Danylchenko tramite Canva.com

Continua a tenere banco il dibattito pubblico attorno al tema dello Ius Scholae, infiammatosi particolarmente dopo l’inaspettata apertura di Forza Italia, che, per bocca del suo leader Antonio Tajani, ha manifestato la volontà di aprire alla modifica della legge sulla cittadinanza.

La proposta di riforma avanzata dai forzisti, sgradita a Fratelli d’Italia e Lega, prevederebbe la concessione della cittadinanza italiana ai minori stranieri che concludano un ciclo completo di studi nel Belpaese. Tale provvedimento, consentirebbe pertanto ai giovani nati in Italia da genitori stranieri, o arrivati prima del dodicesimo anno di età, di ottenere la cittadinanza anche prima del compimento della maggiore età, a patto che si sia portato a termine un percorso di studi di almeno dieci anni. Se così fosse, l’ottenimento della cittadinanza da parte dei figli di genitori stranieri non coinciderebbe più con il compimento del diciottesimo anno, bensì con la conclusione della scuola dell’obbligo, ovvero una volta compiuto il sedicesimo anno di età. Una differenza dunque minima, di appena due anni rispetto alle attuali disposizioni che regolano l’iter relativo al rilascio della cittadinanza agli stranieri, e, comunque, pur sempre ancorata all’effettivo completamento del percorso scolastico obbligatorio, e non già alla mera iscrizione in una scuola.

La proposta lanciata da Antonio Tajani appare pertanto equilibrata e non eccessivamente indulgente, essendo, tra l’altro, molto più restrittiva rispetto a quella di Pd e M5S, per i quali basterebbe un solo ciclo scolastico della durata di soli cinque anni ai fini dell’ottenimento della cittadinanza, e persino di quella presentata nella precedente legislatura dalla forzista Renata Polverini, che prevedeva che il minore straniero potesse diventare cittadino italiano qualora avesse risieduto legalmente in Italia senza interruzioni fino al compimento del corso della scuola primaria.

Il testo di legge che Forza Italia si appresta a presentare è dunque improntato al buon senso e soprattutto assai intelligente, per almeno tre ragioni. Primo: il rilascio della cittadinanza ancorato all’obbligo scolastico rappresenterebbe un forte disincentivo all’abbandono, ancora parecchio elevato tra gli studenti stranieri, e, al contempo, un importante incentivo all’integrazione, comportando in capo al minore straniero l’obbligo di frequenza almeno fino al sedicesimo anno di età.

Secondo: lo Ius Scholae potrebbe giovare a Forza Italia nel tentativo di occupare degli spazi liberi al centro, e allargare così la base elettorale del centrodestra attingendo a parte di quell’elettorato moderato e riformista che oggi fatica a trovare rappresenta nel perimetro del centrosinistra.

Terzo: la proposta di Antonio Tajani potrebbe sortire quale effetto quello di mettere spalle al muro le opposizioni, costrette a dover decidere se accontentarsi dello Ius Scholae targato Forza Italia, oppure bocciarlo e insistere sul solito Ius Soli, con il rischio, neppure troppo remoto, che dinanzi a una tale scelta a spaccarsi non sarebbe tanto il centrodestra, quanto, piuttosto, il centrosinistra.

Salvatore Di Bartolo, 26 agosto 2024