E Montalbano fa propaganda all’immigrazione

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Ancora una volta Rai1 diventa lo strumento di propaganda per l’immigrazione. Questa volta, in prima serata, niente meno che la nuova serie di Montalbano affronterà il tema della migrazione proprio nelle ore delle elezioni. Sappiamo bene che Camilleri, 98 romanzi all’attivo quasi come i suoi anni, ha espresso molte volte sul tema la sua posizione circa l’accoglienza senza “se e senza ma”.

Camilleri oggi è visto come un guru – la versione pacata di Mauro Corona – come una sorta di Tiresia che, nonostante la quasi cecità, detta i suoi libri che vengono poi pubblicati. Se fossimo ancora nella Sicilia della Magna Grecia ci chiederemmo: Zeus, ma perché? L’hai reso cieco, che segnale devi dargli ancora per non scrivere i suoi romanzi snack? Tagliargli le mani? Tutto il rispetto a Camilleri, ma un tempo avevamo Sciascia: oggi ci lasciate con “Montalbano sono”? Lo immaginiamo sulla spiaggia trasformare il suo commissario in un Gino Strada: durante una delle sue consuete nuotate si imbatterà nei corpi di clandestini. Immaginiamo Vigata, il Mulino Bianco delle città siciliane, divisa tra accoglienza e razzismo. Lo stesso razzismo che Camilleri continua a contestare al CentroDestra.

Peccato che Camilleri si sia dimenticato di quando scrisse a Benito Mussolini per chiedere di partire volontario in Africa. Alla fine degli anni Trenta, prese carta e penna e mandò una lettera al Duce facendogli presente il suo desiderio di partecipare alla guerra in Abissinia. Errori di giovinezza? Ci stanno. Peccato che nel 1991 al Festival Internazionale del Cinema di Roma Camilleri ha dichiarato: “All’epoca ero molto più libero di voi oggi. L’unica cosa che posso dirvi è di farvi condizionare il meno possibile da una società che finge di darti un massimo di libertà e che in realtà ti sottopone a un massimo di condizionamenti. Potrà sembrare un paradosso ma ai miei tempi, sotto il fascismo, si era molto più liberi di oggi”. Dichiarazioni che si possono comprendere, chi non era fascista a quei tempi. Ma siamo certi che Camilleri con la sua melassa narrativa da Sciascia Hag, scrittore depotenziato e decaffeinato, scrittore da autogrill che della Sicilia non affronta i problemi ma al massimo cartoline da Pro Loco, sia l’autore adatto per fare politica?

Gian Paolo Serino, 12 febbraio 2019

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