Cronaca

È morta Barbara Balzerani, la brigatista che sequestrò Moro

Nel 2018, dopo 40 anni dall’omicidio del leader della Dc, disse: “Chi mi ospita oltre confine per i fasti del 40ennale?”

Barbara Balzerani Br

Nella notte è morta Barbara Balzerani, una delle figure di spicco delle Brigate Rosse e tra i protagonisti del rapimento e omicidio di Aldo Moro. La terrorista è venuta a mancare all’età di 75 anni.

Nata a Colleferro nel 1949, si trasferì a Roma nel 1969 per studiare Filosofia. Entrata appena 26enne nelle Br, occupò insieme al compagno di allora, Mario Moretti, la base operativa di via Gradoli. Partecipò anche all’omicidio di Girolamo Minervini e nel 1981 al sequestro del generale Nato, James Lee Dozier.

La cosiddetta “primula rossa” delle Br, dal 1977 in clandestinità, nome di battaglia “Sara”, è stata una delle ultime figure di spicco del terrorismo italiano a essere catturata, nel 1985, dopo aver cercato di guidare la scissione a capo della fazione “Brigate Rosse – Partito Comunista Combattente”. Dirigente della colonna romana dei terroristi, nonostante le tragedie e le sconfitte, non si è mai dissociata o pentita delle sue azioni sebbene abbia mostrato un atteggiamento critico verso la lotta armata. Nel 1987 insieme a Renato Curcio e Mario Moretti sancì con una intervista la “resa definitiva” delle Br allo Stato.

Dal carcere, la Balzerani ha rivendicato l’omicidio di Lando Conti, ex sindaco di Firenze, compiuto dalle stesse Brigate Rosse, finendo per essere condannata all’ergastolo. Nel 2006, le era stata concessa la libertà condizionale, per essere poi definitivamente liberata nel 2011. Durante il suo periodo di libertà condizionale, ha lavorato come impiegata per una cooperativa di informatica e si è cimentata nella scrittura. Nel 2018 una sua frase su Facebook scatenò numerose polemiche: “Chi mi ospita oltre confine per i fasti del 40ennale?”, scrisse, riferendosi ai 40 anni dal rapimento e dalla morte del leader della Dc ammazzato dai brigatisti. Nel 2019 un altro intervento a pubblico provocò ulteriori indignazioni.

Articolo in aggiornamento