Cronaca

Addio al pontefice

È morto Benedetto XVI: le parole di Bergoglio al Te Deum – LIVE

Dopo l’annuncio dell’aggravamento delle condizioni, oggi il triste annuncio: si spegne il papa emerito

Cronaca

In diretta il Te Deum celebrato da Papa Bergoglio

È morto Benedetto XVI. “Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano”. A informare del decesso è la sala stampa della Santa Sede. Dalla mattina di lunedì 2 gennaio 2023, il corpo del Papa Emerito Benedetto XVI sarà nella Basilica di San Pietro in Vaticano per il saluto dei fedeli. Se ne va “il semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore”, come disse di considerarsi la prima volta che si affacciò dal balcone di piazza San Pietro.

La malattia e la richiesta di preghiere

Le condizioni in aggravamento erano state annunciate nei giorni scorsi da papa Bergoglio che aveva chiesto di pregare per Ratzinger. Poi nelle ultime ore le speranze dei fedeli si erano ravvivate: dal monastero in cui vive ormai da dieci anni, dal giorno della sua rinuncia al ministero petrino, erano trapelate notizie su un Benedetto XVI “sereno” e “stabile”, sebbene in condizioni cliniche “gravi”. Al suo fianco sono rimasti sino all’ultimo Georg Gänswein, segretario particolare del papa e prefetto della Casa Pontificia, oltre alle suore che da tempo lo accudivano e a un frate infermiere. I primi sintomi respiratori si erano manifestati già prima di Natale. Poi il peggioramento improvviso, la visita di Bergoglio. E stamattina, il decesso.

Per approfondire

Il protocollo per il funerale

Raztinger non è il primo pontefice a lasciare il soglio di Pietro, scelta che fece annunciando in latino, durante un Concistoro ordinario, la sua rinuncia al ministero petrino l’11 febbraio 2013. Ma la coesistenza di “due papi” è stata sicuramente una novità per i protocolli moderni, vista e considerata la scelta di Benedetto di continuare a vestire l’abito bianco di Papa. Ai protocolli per il funerale stanno già lavorando gli addetti delle Sacre Stanze. Al termine dei funerali, il 5 gennaio, Benedetto XVI verrà tumulato nelle Grotte Vaticane

La data del funerale

Quello che per ora si sa è che i funerali verranno presieduti da Papa Francesco e saranno solenni ma sobri. Il vicario di Roma, cardinale Angelo De Donatis, ha spiegato che: “Il corpo del Papa emerito sarà nella Basilica di San Pietro in Vaticano per il saluto dei fedeli dal 2 gennaio. Vi invito a partecipare ai funerali, presieduti da Papa Francesco, che si terranno giovedì alle 9.30 in piazza San Pietro. Nei prossimi giorni vi indicheremo le modalità di partecipazione”. Nella sua missiva ai parroci romani, il vicario di Roma aggiunge: “Vi scrivo esprimendo il cordoglio mio e dell’intero Consiglio episcopale, unito ai sentimenti di gratitudine e amore per la sua persona e per il suo ministero. Proprio ieri sera ci siamo riuniti nella nostra cattedrale per accompagnarlo con la nostra preghiera e per sostenerlo con il nostro affetto. Da sacerdote, da teologo, da vescovo, da Papa, Benedetto XVI ha espresso, allo stesso tempo, la fortezza e la dolcezza della fede, l’essenzialità e la semplicità. Nella vecchiaia e nella malattia ha continuato a sostenere l’umanità con l’offerta di sé stesso, divenendo segno del volto bello della Chiesa che riflette la luce del volto di Cristo. Vogliamo pensare che questa mattina, Dio si è avvicinato a questo nostro fratello nel sonno della morte, Cristo e sua Madre sono venuti a prenderlo con loro e a condurlo nel Paradiso, dove il sogno di una vita è già diventato la realtà dell’eternità”.

Il testamento di Benedetto XVI

Secondo quanto apprende l’Ansa, il prossimo gennaio è in pubblicazione un libro firmato dall’Arcivescovo Georg Gänswein, suo segretario particolare, con Saverio Gaeta, per le edizioni Piemme, in cui è contenuto il suo testamento. Questo uno dei passi fatti trapelare: “Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere!… Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita – e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo”. Scrive l’Ansa che “il testamento spirituale è stato scritto da Joseph Ratzinger nell’estate del 2006 e non è mai stato cambiato. È un testo snello scritto in tedesco (poco più di quattromila battute). Parallelamente Joseph Ratzinger ha lasciato anche un testamento materiale. Tutto è appunto nelle mani del segretario monsignor Georg Gaenswein”. Su questo lascito, che uscirà nel libro “Nient’altro che la verità”, il segretario particolare sottolinea che si tratta di “una personale testimonianza della grandezza di un uomo mite, di un fine studioso, di un cardinale e di un Papa che ha fatto la storia del nostro tempo. Ma sono anche un racconto di prima mano che cerca di far luce su alcuni aspetti incompresi del suo pontificato e di descrivere dall’interno il vero ‘mondo vaticano'”.

Il messaggio di Bergoglio per Ratzinger

Durante il Te Deum, papa Bergoglio ha dedicato un breve passaggio dedicato a Benedetto XVI: “Parlando della gentilezza, il pensiero va spontaneamente al carissimo papa emerito Benedetto XVI che questa mattina ci ha lasciato. Con commozione ricordiamo la sua persona così nobile e così gentile. E sentiamo nel cuore tanta gratitudine. Gratitudine a Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo. Gratitudine a lui, per tutti i beni che ha compiuto. E soprattutto per la sua testimonianza di fede e preghiera, specialmente in questi ultimi anni di vita ritirata. Solo Dio conosce il valore e la forza della sua intercessione, dei suoi sacrifici offerti per il bene della Chiesa”.

Articolo in aggiornamento


Qui sotto uno stralcio delle riflessioni di Corrado Ocone sul fascino che Ratzinger ha avuto sui liberali.

La partita per Bendetto XVI, che aveva avuto un ruolo importante nel pontificato di Giovanni Paolo II, si giocò nella prima decade del nuovo secolo, quando più volte intervenne, inutilmente purtroppo, per far capire alle élite e ai politici europei che inserire il riferimento alle radici cristiane nel preambolo di Costituzione europea non era una questione secondaria: che su quelle radici, e su quella identità, si erano costruite le nostre libertà. E che quelle libertà ora più che mai, per la forza di nemici esterni e interni, altamente erano in pericolo e fortemente andavano tutelate e rinsaldate. In questo preciso punto si colloca il motivo per cui Ratzinger ha toccato corde che stanno a cuore anche a noi liberali.

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