Politica

“È motivo di imbarazzo”. Il j’accuse di Salvini contro il giudice Apostolico

Iolanda Apostolico e Matteo Salvini

Matteo Salvini torna all’attacco di Iolanda Apostolico. E lo fa girando un video poco prima di salire sull’aereo che lo sta portando a Palermo dove oggi pomeriggio è atteso nell’aula bunker dell’Ucciardone per l’udienza del processo Open Arms. Il ministro dei Trasporti definisce “motivo di grande imbarazzo” il video, condiviso dal leghista ieri, del giudice di Catania “pizzicato” ad un corteo contro l’allora titolare del Viminale e a favore dello sbarco dei migranti della nave Diciotti.

“Preoccupa e sconcerta quanto sta emergendo – dice il segretario del Carroccio – Il giudice che ha liberato più clandestini e contesta le norme del governo sull’immigrazione in passato ha condiviso insulti contro di me e ha partecipato – col compagno – a manifestazioni di estrema sinistra a favore degli immigrati durante le quali si insultavano le forze dell’ordine al grido di assassini e animali: è motivo di profondo imbarazzo per tutte le istituzioni”.

Dal canto suo, Iolanda Apostolico non si sbottona. Nessuna intervista ufficiale per spiegare le sue ragioni, solo alcuni virgolettati riportati dalla Stampa e da Repubblica. Il giudice che ha “liberato” quattro tunisini dal centro di Pozzallo, picconando il decreto Cutro, sostiene di essere andata lì per evitare altri scontri tra la polizia e manifestanti, arrivati alle mani dopo una lunga manifestazione al porto catanese per chiedere lo sbarco dei migranti della Diciotti.

Intanto la politica e il Csm si spaccano. A sinistra c’è chi si chiede come sia arrivato nelle mani del ministro il video che ritrae la Apostolico in piazza in quel lontano 25 agosto del 2018. Il centrodestra si domanda se sia normale che un giudice, chiamato a dirimere questioni inerenti l’immigrazione, vada in corteo insieme a no borders e militanti che urlano “assassini” ai poliziotti. Anche Matteo Renzi, non proprio uno di destra, considera “scandaloso che un magistrato” si ritrovi in piazza. Sintesi: “Se vuoi fare politica, non fai il magistrato”. Secondo il Corriere, anche alcuni colleghi del tribunale etneo – a taccuini chiusi – avrebbero confessato un certo imbarazzo visto che le toghe hanno “il dovere di apparire e non solo essere imparziali”.

Dalla sua parte c’è l’Anm, che col presidente Santalucia chiede di valutare “la terzietà di un giudice dalle motivazioni del provvedimento” e non di “fare lo screening sul passato della vita privata o pubblica di un magistrato”. Eppure il Csm si è spaccato. E già c’è qualcuno che invoca il trasferimento della giudice.

Franco Lodige, 6 ottobre 2023