Surreale prova generale del cosiddetto campo largo in quel di Bologna, nell’ambito dell’ancor più surreale festa nazionale dell’Anpi, acronimo di Associazione nazionale partigiani d’Italia. Una prova generale che ha visto in Gianfranco Pagliarulo, presidente della stessa associazione, assumere il ruolo di padrino della ritrovata unione tra il Pd di Elly Schlein e il M5s del molto traballante Giuseppe Conte, insieme al resto dei partitini che compongono la scalcinata opposizione di sinistra. Grandi assenti, invece, Matteo Renzi e Carlo Calenda, i quali hanno prudentemente evitato di farsi inglobare in qualcosa di simile, a quasi ottant’anni dalla fine del Seconda Guerra Mondiale, a una pagliacciata politico-propagandistica.
Significativa a questo proposito la roboante dichiarazione di Pagliarulo, nato quando il tragico conflitto era cessato da oltre quattro anni: “Stasera vorremmo fosse un momento di svolta, e che qui nascesse un fronte costituzionale e antifascista. Questo è solo l’inizio.” Un vero e proprio invito a nozze per la segretaria del Pd che, magnificando la conventio ad excludendum che si sta realizzando in Francia per tentare di fermare la marcia della destra transalpina, ha di fatto ribadito la sua linea frontista per battere l’attuale maggioranza. La sua parola d’ordine è una ammucchiata “popolare e antifascista”. E per suggellare il ritrovato spirito partigiano della caciotta, la manifestazione non poteva che concludersi cantando Bella Ciao, al quale solo l’avvocato del popolo si è tuttavia sottratto, forse per non apparire ancor più sdraiato sulla linea forsennatamente resistenziale impressa dalla Schlein.
Ora, al di là della insostenibile pesantezza della fuffa che sta caratterizzando il nuovo corso dei dem, in merito alla loro rinnovata sensibilità costituzionale e antifascista, completamente annichilita durante gli anni bui delle inutili e autodistruttive restrizioni sanitarie, mi piacerebbe che essi leggessero una memorabile dichiarazione di Enrico Ruggeri: “Io durante il fascismo non c’ero. Però c’ero quando per due anni per lavorare dovevi avere il green pass o ti rincorrevano con l’elicottero se correvi in spiaggia. L’unica forma di totalitarismo che ho vissuto è quella. E mi dichiaro contro molto volentieri.”
Ciò significa che la Costituzione, cari compagni della parrocchietta, si difende nei momenti di emergenza e non quando, come si sta cercando di fare in questo disgraziato Paese, c’è un governo legittimamente eletto che agisce assolutamente entro i limiti imposti dalla medesima Costituzione. In questo senso si sta raggiungendo un livello di strumentalità politica che ha pochi precedenti nella storia repubblicana.
Claudio Romiti, 3 luglio 2024
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