Può sembrare cinico subordinare la reazione dell’ordinamento giuridico a percorsi riabilitanti per chi si rende responsabile di reati sessuali, ma la risposta non può derogare dal perimetro costituzionale che sancisce per il sistema penale la funzione del reinserimento. Lo Stato ha il dovere di garantire, prima di tutto, la certezza della pena e intervenire per neutralizzare gli abusi sessuali prevedendo la castrazione chimica, seppure su base volontaria, per dare un segnale di forte contrasto all’abominevole fenomeno criminale dello stupro.
Andrea Amata, 19 agosto 2020