Non chiediamo al presidente Mattarella di disporre l’intervento delle forze dell’ordine in assetto antisommossa nello spazio adiacente il Palazzo dei Marescialli, ripercorrendo il plateale e giusto rigorismo del compianto Cossiga, ma di agire con solennità per ristabilire il corretto esercizio delle funzioni ascritte alla magistratura. Occorrono riforme radicali nel sistema giudiziario con l’abrogazione dell’obbligatorietà dell’azione penale, l’introduzione di forme di gerarchizzazione all’interno delle Procure, la separazione delle carriere fra magistrati inquirenti e giudicanti, un sistema di elezione del Csm che depotenzi, fino a vanificare, il verminaio correntizio che si sta dimostrando un fattore di degenerazione dei togati e il divieto di incarichi extragiudiziari nei ministeri.
Non è più differibile la riforma ordinamentale della magistratura, terremotata dai recenti scandali e dallo scannatoio correntizio endemico all’Anm, con una legislazione antisismica che conferisca all’ordine giudiziario la necessaria resistenza alle pressioni devianti.
Andrea Amata, Il Tempo 25 maggio 2020