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E ora le femministe attaccano pure Papa Wojtyla - Seconda parte

Sono «idee» che devono preoccupare tutti, cattolici e laici, perché ennesimo esempio della cecità ideologica di quello che si potrebbe chiamare il totalitarismo dei diritti che, in nome di una loro malintesa concezione, fa strame della storia, della teologia, della sensibilità di credenti e no. E vorrebbe che la chiesa cattolica, depositaria della tradizione e, secondo il dettato tomista, della saggezza, si trasformasse in un circolo femminista qualsiasi.

Noi atei cattolici non solo non vogliamo la distruzione della chiesa ma, in un’epoca in cui le tradizioni sono vilipese, disprezzate, gettate nel fango, vogliamo che essa le mantenga il più possibile, anzi le difenda, sia esempio vivente della loro forza. E desideriamo che la Chiesa resti tali, con la sua gerarchia « medievale» e con i suoi riti, che rifiuti di considerare uguali uomo e donna, perché ha ragione, uguali ai suoi occhi non sono e non potranno mai essere.

Non vogliamo la «modernizzazione» della Sposa di Cristo, tanto più che gli aggiornamenti un qualche peso sull’aumento della pedofilia al suo interno l’hanno avuto. Chi smania per avere i detentori degli ordini sacri con la gonna e magari pure una Papessa, si accomodi nelle chiese protestanti. E che nessuno tocchi San Giovanni Paolo II.

Marco Gervasoni, 13 marzo 2019

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