Lo si capisce dagli editoriali odierni. E da quell’eterno ritorno dello spettro “onda nera”, puntualmente tirata fuori ogni qual volta Fratelli d’Italia (o in passato la Lega) conquistano più volti di quelli che l’intellighenzia di sinistra considera adeguati: ormai è partita la caccia alla Meloni. Vogliono “ricacciarla nelle fogne”, come erano soliti dire quegli esponenti della sinistra che in altre epoche alternavano simili espressioni alla Hazet 36.
Per capire di cosa stiamo parlando, riguardatevi qui sopra (se ve la siete persa) la zuppa di Porro di stamattina. E poi ascoltate cosa ha detto ieri sera a Otto e Mezzo la filosofa Rosi Braidotti ai microfoni di Lilli Gruber. Dopo aver ascoltato il legittimo discorso della leader di Fdi dal palco di Vox (niente di drammatico: no alla lobby Lgbt, sì alla famiglia; no immigrazione, sì ai confini; e via dicendo), Braidotti se ne è uscita affermando di avere “paura” (addirittura) per questa “furia scatenata” (alla faccia) contro i nemici dei “sacri valori Dio, Patria e famiglia” (manco fosse una bestemmia). “È un linguaggio conflittuale e violento – ha detto Braidotti – contro omosessuali, donne non madri, femministe e migranti. Un tono di una aggressività che fa molto paura”. Addirittura, per la filosofa, la leader di Fdi “ricalca come tono la rabbia micidiale dell’altra parte, cioè di Putin, Kirill e Dugin, che rivendicano pure loro i valori sacri di Dio Patria e Famiglia”.
Meloni come l’autocrate russo, insomma. I loro discorsi si “ricongiungono” con un “tono da conquistatori violenti”, pieno di “misoginia” (e poco importa se Giorgia è una donna), “omofobia” e “una propaganda di stampo assolutamente assassino“. Assassino, capite? Ora, si può essere in disaccordo con la Meloni. Ci mancherebbe. Se poi uno si spaventa di un comizio, mica possiamo fargliene una colpa: c’è chi ha il terrore delle divise (leggi Murgia) e chi dei discorsi della Meloni. Così son fatte. Però arrivare a definire la propaganda di Fdi come “assassina” ci pare un tantino esagerato. “Se questo è il programma io resto all’estero, grazie”, dice Braidotti. E noi ce ne faremo una ragione.