Una farsa, l’emblema della follia dell’integralismo, lo zenit del buonsenso. Abbiamo speso ogni definizione possibile per l’Hate Crime Act entrato in vigore lo scorso primo aprile in Scozia. I fatti sono noti: il provvedimento estende il crimine di “incitamento all’odio”, finora contemplato soltanto per i casi di razzismo, anche a chi esprime idee contrarie all’identità di genere. In soldoni: può essere considerato un episodio di odio dire che gli uomini non possono essere donne oppure che i sessi sono soltanto due e non ottomilatrecentoquarantatre come sostenuto dalla galassia Lgbt. Un vero e proprio attentato alla libertà di espressione, ma non solo. La legge ha spinto gli iper-sensibili a rivolgersi alle autorità per ogni minuzia e il risultato è sotto gli occhi di tutti: migliaia di denunce nel giro di pochi giorni.
Pioggia di delazioni in Scozia, tra piccole vendette e grandi ripicche nei confronti di chi non si schiera con il politicamente corretto e le varie menate talebane della comunità arcobaleno. Le segnalazioni aumentano con il passare dei giorni: per qualcuno il milione di denunce non è irraggiungibile, anzi. Il delirio scatenato dalla legge voluta dalla sinistra scozzese è testimoniato dal delirio vissuto dalle autorità: secondo quanto riportato dal Daily Mail, gli uffici di polizia sono costretti a chiedere lavoro extra agli agenti per fare fronte all’aumento di denunce.
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Una preoccupazione riguarda l’aspetto economico: i costi degli straordinari potrebbero finire per sottrarre centinaia di migliaia di sterline a un budget già intaccato da criticità. Spese assolutamente inutili, considerando il valore delle denunce. La difficoltà principale è legata ai reclami online, spesso legati ad account anonimi. “La speranza è che i cittadini capiscano l’entità dei crimini d’odio. Ma se qualcuno pensa che sia stato commesso un crimine e lo denuncia online, gli agenti devono accertarsene”, ha spiegato segretario generale della Federazione scozzese di polizia David Kennedy. L’analisi è amara: “Sebbene stiano arrivando molte denunce, una piccola percentuale di queste si sta trasformando in vere e proprie indagini”.
Il deputato conservatore Russell Findlay ha accusato l’“arroganza” del primo ministro Humza Yousaf e il suo rifiuto di ascoltare gli avvertimenti: “È assolutamente vergognoso se ciò si traduce nell’impedire alla polizia di non essere in grado di adempiere ai propri compiti”. Il premier ha esortato gli scozzesi a non sprecare tempo “prezioso” con la polizia: “Sono molto preoccupato da tutte queste denunce denunce, ma so che la polizia è molto esperta nel gestire le denunce vessatorie. Lo fanno ogni giorno e sanno come trattare i casi”.
Ma c’è di più: in attesa di conferme, sembrerebbe che molte denunce riguardino JK Rowling e le sue posizioni sulle donne trans. Seguiranno, purtroppo, aggiornamenti: si salvi chi può.
Massimo Balsamo, 6 aprile 2024
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