Il caso dell’identificazione dei manifestanti scesi in piazza per deporre alcuni fiori in ricordo di Alexej Navalny fa ancora discutere. La sinistra ha urlato allo scandalo, la Questura ha fatto sapere che si è trattato di un normale controllo, forse causato dall’eccesso di zelo degli operatori, e anche il ministro Piandedosi ha ricordato che chiedendo i documenti la polizia non limita in alcun modo la libertà di espressione o di manifestazione.
Da giorni, inutilmente, i sindacati di polizia spiegano in tutte le salse che ”l’attività di identificazione da parte delle forze dell’ordine nel corso delle manifestazioni è assolutamente normale e non dipende minimamente dai motivi per i quali si manifesta”. Come ripete Valter Mazzetti, segretario generale FSP, l’identificazione altro non è che “un tipo di controllo previsto in diverse circostanze ed ha sempre la medesima finalità, quella di una normale vigilanza”. Per questo “mi è difficile comprendere il perché si discuta di questo come se fosse accaduto qualcosa di strano o antidemocratico”.
Eppure se ne discute. Durante la puntata di ieri di L’Aria Che Tira su La7, infatti, si è svolto un dibattito che non è andato giù ad alcuni esponenti delle forze dell’ordine. Nel mirino finisce David Parenzo che, come denuncia sui social Pasquale Alessandro Griesi, Segretario Fsp Polizia di stato Lombardia, in diretta ha ipotizzato che quel controllo avesse un secondo fine. “C’è un altro dettaglio… – ha detto il conduttore – A questa manifestazione c’erano anche dei cittadini russi… poniamo una domanda senza avere risposte, non è che qualcuno ha chiesto di identificare questi nomi e vengono trasmessi all’ambasciata russa?”. Una congettura definita “sconcertate” da Griesi: “Manca di fiducia nell’istituzione Polizia di Stato, un impianto di sicurezza che con governi di destra e sinistra ha sempre fatto il proprio dovere – scrive sui social – Sono stati controllati milioni di cittadini, siamo sinceramente stufi di continue incursioni in tema di sicurezza e ordine pubblico, quasi sempre da parte di chi non sa nulla di come si fa questo lavoro, nel subdolo tentativo di dare una connotazione politica all’attività delle forze di polizia che hanno come unico obiettivo quello di garantire la sicurezza”.
Griesi ci va giù duro: “Il nostro Paese continua a restare al sicuro grazie all’operato di donne e uomini che con la loro professionalità sono una garanzia, tutto il resto sono solo parole al vento. Questo è, che piaccia o meno. Se Parenzo pensa di poter fare meglio, il ministero sta arruolando: abbiamo bisogno di nuove e volenterose leve”.
Franco Lodige, 21 febbraio 2024
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