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E se Draghi non fosse davvero un “competente”?

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Che Mario Draghi non ci fosse mai piaciuto non è un mistero. Lo scrivevamo in questo blog il 9 febbraio 2020, prima ancora che diventasse premier. Sicuramente è furbo e calcolatore, ma è un debole. E, come tutti i deboli, si presenta arrogante.

La tesi di dottorato di Draghi

Ho letto la sua tesi di dottorato, conseguita al Mit di Boston, sotto la supervisione del prof. Franco Modigliani, premio Nobel per l’Economia. Draghi brilla di luce riflessa, che è meglio di niente. Ho letto la sua tesi – dicevo – e, non essendo economista, non ho potuto apprezzarne i pregi, sicuramente moltissimi, né rilevarne difetti, sicuramente assenti. Però una cosa so. In una tesi di dottorato americano o di altra università anglosassone, lo studente si propone di risolvere un problema di importante difficoltà, tant’è che al problema che si è scelto ci lavora per qualche anno, tipicamente tre o quattro, se non di più. L’economia non la seguo, ma la matematica sì. E quella che Draghi usa per risolvere il suo problema è matematica da scuola media superiore, e se il problema richiedeva quella matematica, non doveva essere un problema granché difficile.

Quali meriti per Draghi?

Comunque, sicuramente nel corso della sua successiva carriera Draghi deve aver dato contributi importanti alla scienza dell’economia, anche se, cercandoli in internet, non ho trovato quali. Invece in internet si trova la definizione che dette di lui Francesco Cossiga quando era Presidente della Repubblica emerito: «Vile affarista». Noi non crediamo che sia così, e optiamo di più per la valutazione, del tutto personale, di uomo di debole carattere. Peraltro dedotta, quasi con un volo pindarico, dal fatto che ci sembra persona dall’ottimo carattere, che è il contrario del carattere posseduto dagli uomini di carattere, che il carattere l’hanno pessimo.

Draghi e la campagna vaccinale

A soccorrerci in questa nostra arbitraria convinzione, sovviene la gestione del programma vaccinazioni. In qualunque altro Paese del mondo, tale programma è implementato tramite una corretta informazione, peraltro molto semplice da diffondere e che potremmo riassumere così: «Se non ti vaccini sei un cretino, perché se ti ammali rischi di vedertela brutta». Oppure: «Il vaccino ha i suoi rischi, ma il covid ne ha 1000 volte di più: a te la scelta». No, Mario Draghi la spara grossa: «Non ti vaccini, ti ammali, fai morire», tuona. Cioè se non ti vaccini sei un assassino. La cosa è palesemente falsa, ma che ci volete fare: l’uomo è un debole e come tutti i deboli deve alzare o i toni o la voce.

Vorrebbe rendere il vaccino obbligatorio, ma non ne ha gli zebedei per farlo. E allora impone lo strumento, vergognoso, del green pass, senza il quale non si vive. Ed è vergognoso perché chi non lo possiede non ha alcuna ragione di essere isolato perché non è detto che sia contagioso e, viceversa, chi lo possiede potrebbe benissimo essere contagioso. Vi sono milioni d’italiani che stanno protestando contro questa misura che evoca periodi loschi della storia umana, ma a Mario Draghi la cosa non cale, forte com’è, il debole, dell’autorità che nessun popolo gli ha conferito.

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