Anche se è vero che pecunia non olet, sembra che in questo caso il puzzo che sale dopo l’arresto della persona che aveva ripreso il primo filmato sull’abbattimento del Boeing e lo aveva mandato all’estero, dopo i ricatti alle famiglie delle vittime che per poter riavere i corpi dei loro famigliari avrebbero dovuto impegnarsi a non rilasciare alcuna dichiarazione alla stampa internazionale, dopo le esecuzioni di piazza, dopo le cento donne impiccate durante la presidenza Rouhani, dopo gli oltre duemila manifestanti uccisi dalla polizia iraniana durante le manifestazioni di protesta, dopo le reiterate minacce di distruzione di Israele e l’espansione militare dei Pasdaran iraniani in Iraq e Siria che, arrivando al ridosso dello Stato Ebraico creano la situazione di criticità perfetta al limite dello scontro armato.
La puzza, dicevo, ormai non passa più inosservata e anche le più importanti nazioni europee rinunciano ora alla pecunia pur di non cominciare a puzzare anche loro, perché se dovesse uscire la verità, come noi speriamo, tutto il profumo prodotto sulla Côte d’Azur non basterebbe a coprirne il lezzo.
Michael Sfaradi, 16 gennaio 2020