“È sempre comprarsi un bimbo”. Rico smonta i fan dell’utero in affitto

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L’utero in affitto divide e non poco. Ieri sera a Quarta Repubblica ne hanno discusso animatamente Alessandro Rico, giornalista della Verità, Piero Sansonetti e Marilena Grassodonia di Sinistra Italiana. Il tema di partenza sarebbe l’invito del prefetto di Milano recapitato al sindaco Sala di fermare le trascrizioni automatiche dei certificati di nascita dei bambini delle famiglie arcobaleno nati all’estero. Discorso che ovviamente è legato a doppio filo con la cosiddetta “gestazione per altri” o “maternità surrogata”, due modi di chiamare quella tecnica dvietata in Italia ma ampiamente pratica all’estero.

I toni si scaldano quando Rico fa notare che la sinistra e il Partito Democratico guidato da Elly Schlein, in assenza di altri argomenti, si siano buttati a capofitto su un tema – quello dei “diritti Lgbt” – che poco interessa alle persone comuni. “Anche le coppie omosessuali o eterosessuali che ricorrono a queste pratiche poi hanno altri problemi nella vita: i mutui, il caro energia, il caro carburanti, la casa green – attacca Rico – Su tutte queste cose la sinistra non ha risposte e dunque inventa campagne strumentali, in questo caso sulla pelle dei più deboli che sono i bambini”.

Gli altri ospiti in sala ovviamente dissentono, e ci mancherebbe. Ma il dibattito prende tutta un’altra piega quando Rico fa notare che non si tratta di “un problema di omosessuali: qui si sta omosessualizzando la questione“. Il discorso è semplice: “All’utero in affitto ricorrono soprattutto coppie eterosessuali. Solo che da noi questa pratica è un reato: le coppie vanno all’estero, poi ci portano il ‘corpo del reato’ e ci dicono: ‘Beh ormai lo abbiamo fatto, adesso registratelo’. Eh no, certe cose non vanno fatte. A chi dice: ‘A me piacerebbe avere un bambino’ ricordo che un desiderio non configura un diritto”.

Per approfondire

Marilena Grassodonia insieme a Piero Sansonetti prova a replicare, precisando che “utero in affitto” non sarebbe il modo migliore per definire la GPA. “La potete chiamare come vi pare: ma è sempre comprarsi un bambino”, interviene allora Rico. Ribatte l’esponente di Sinistra Italiana: “Lei lo sta chiamando corpo del reato, ma sono dei bambini che hanno due occhi e due gambe. La gestazione per anni è illegale in Italia e lo resterà”. Ancora Rico: “La Corte Costituzionale la definisce una pratica che offende in modo inaccettabile la dignità della donna. E parliamo della Corte Costituzionale, non di un gruppo di fascisti. Potete chiamarlo come volete, ma si tratta sempre di comprare un bambino”.

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