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È tempo di togliere il segreto di Stato sul terrorismo rosso - Seconda parte

La bibliografia è ormai sterminata. Ne trovate una piccola parte in queste pagine. Ma qui vogliamo introdurre un altro tema che mostra quanto Michele Serra sia lontano dal vero quando afferma che la sinistra ha pagato per intero il conto con la legge. Lasciamo perdere i latitanti e parliamo di archivi: una parte dei documenti relativi alla Gladio rossa è stata pubblicata nel 2001 da Gianni Donno (La Gladio Rossa del Pci 1945-1967, introduzione di Piero Craveri, Rubbettino editore) e da Gian Paolo Pellizzaro (Gladio rossa, Settimo sigillo, 1997). Altri documenti provenienti dagli archivi sovietici sono stati portati alla luce dai lavori fondamentali di Elena Aga-Rossi e Victor Zaslavsky. Testimonianze di parte americana sono state raccolte da Salvatore Sechi e altri. Avete notato? Manca giusto il lacunoso archivio del Pci. Che strano.

Ci sono ancora fatti e nomi che attendono di essere scoperti e studiati. Vado in ordine sparso: gli agenti di influenza infiltrati dal Kgb ai massimi livelli della classe dirigente italiana; i referenti politici ed economici del Kgb all’interno del Pci; gli agenti di influenza infiltrati dalla Cia ai massimi livelli del Pci; l’ampia zona rossastra costituita da chi faceva da tratto d’unione affinché terroristi e Stato o terroristi e Pci potessero parlarsi; il peso dei servizi segreti di Stati del Patto di Varsavia in alcuni snodi fondamentali della storia italiana, dal rapimento di Aldo Moro all’attentato a Giovanni Paolo II.

Non abbiamo il feticcio dei documenti: vanno inventariati, capiti e studiati. Possono essere veri o falsi. Possono raccogliere una parte della verità e possono farlo in buona o cattiva fede. Ma ci sono ancora molti documenti di quegli anni inaccessibili perché coperti da segreto di Stato o sepolti da pastoie burocratiche. Chiediamo al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro dell’Interno Matteo Salvini e al ministro degli Esteri Enzo Moavero di de-secretare il materiale d’archivio o di facilitarne l’accesso per procedere nel lungo cammino della verità, per quanto possibile e nel rispetto delle eventuali opinioni contrapposte degli storici.

Alessandro Gnocchi, Il Giornale 7 aprile 2019

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