L’incendio di Los Angeles, con 10 morti, 10mila case in fumo e circa 150 miliardi di danni, è un evento drammatico.
E ci sono tanti elementi in questa vicenda che bisogna considerare. Primo, l’insipienza del sindaco che se ne stava altrove e che non aveva adeguato gli estintori né aveva pensato a piani di emergenza in caso di incendio. Secondo, l’urbanizzazione della città, che negli ultimi 50 anni è cresciuta moltissimo. E terzo le assicurazioni, che si guardavano bene dall’assicurare le case conoscendo il rischio ben superiore al premio che avrebbero mai potuto riscuotere. Il mercato sapeva benissimo infatti che assicurare contro un incendio una casa in quelle condizioni era come assicurare uno che vola con un deltaplano: in città non funzionano a dovere i sistemi elettrici, l’Intelligenza Artificiale consuma energia in maniera mostruosa, ci vivono migliaia di homeless e tutto è costruito in legno.
Poi va beh: ci sono i soliti Tozzi che ci dicono che è sempre tutto colpa del riscaldamento climatico. Bene ha fatto Musk ad andarsene via dalla California per il Texas, come peraltro aveva già fatto Zuckerberg, l’ex democratico. In California infatti si sono fissati sul riscaldamento climatico, ne hanno fatto una battaglia ideologica invece di pensare a mantenere in maniera adeguata la loro città, interrare i cavi elettrici e via dicendo.
Ps: oggi Crippa sul Foglio racconta che qualcuno attacca Musk pure per incendio in California anziché prendersela con il sindaco, democratico, che se ne andava in giro mentre la città bruciava e che ha tagliato qualcosa come 17 milioni di dollari ai fondi dei pompieri.
dalla Zuppa di Porro