Come in tutte le infezioni di natura stagionale, anche in questa calda estate il Sars-Cov-2 si sta rapidamente dileguando, togliendo letteralmente la terra sotto i piedi ai professionisti del terrore sanitario. Ma ora arriva la variante Delta (ex indiana) a dar loro manforte. A tale proposito, rispondendo ad alcune domande poste da Adnkronos Salute, il professor Massimo Galli avverte: “Purtroppo qualche vittima in più l’ha fatta e c’è più di un poco di paura. Noi – aggiunge il direttore di Malattie infettive del Sacco di Milano – dobbiamo sempre ricordare che la bestiaccia gira e che non possiamo sfuggire ai rischi di questa variante. È una osservazione antipatica ma qualcuno la deve pur fare.”
E in effetti dobbiamo assolutamente convenire con l’illustre infettivologo: la bestiaccia gira soprattutto tra i più diffusi mezzi di informazione, propagando da circa un anno e mezzo il virus del terror panico. Le sue varianti più pericolose si chiamano Crisanti, Burioni, Pregliasco, Lopalco, Cartabellotta e Galli. Varianti, ahinoi, il cui vaccino non è stato ancora realizzato. Per cui l’unico dispositivo di protezione che possiamo adottare è quello di non leggere e ascoltare ciò che dicono, ossia che dobbiamo morire.
Ora, battute a parte, sul tema delle varianti alcuni studiosi non allineati con l’attuale ortodossia sanitaria, tra cui il professor Giulio Tarro, fin dall’inizio della pandemia ci avevano spiegato che i virus a Rna mutano con grande velocità man mano che si diffondono tra la popolazione. Lo stesso Roberto Burioni, almeno il gemello ragionevole della prima ora, in un video pubblicato sul suo sito online, disse che normalmente le mutazioni di questi virus tendono a renderli meno letali, facendo prevalere i ceppi in grado di coesistere con l’ospite anziché ucciderlo, dato che in questo modo anche il virus non sopravvivrebbe.