Ecco a voi il futuro elettrico: Volkswagen chiude tre fabbriche

Il colosso automobilistico verso il taglio di migliaia di posti di lavoro. I sindacati: “Nessuno è più al sicuro”. Scholz: “In stretto dialogo con l’azienda”

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Wolswagen financial times

Nessuno è più al sicuro. Un grido di allarme che ben riassume la situazione in casa Volkswagen, colosso dell’automobile colpito dalla crisi tedesca e dal flop delle auto elettriche, business su cui l’azienda ha investito miliardi di euro. Dopo le indiscrezioni circolate nelle ultime settimane – dall’ipotesi chiusura in Belgio al presunto taglio di posti di lavoro – i vertici della società hanno gettato la maschera: come riportato dal Financial Times, si va verso la chiusura di tre stabilimenti. Notizia confermata da Bild e Die Welt.

Nel corso della giornata di oggi, i sindacati hanno organizzato assemblee in tutti gli stabilimenti tedeschi per aggiornare i dipendenti sullo stato delle trattative. Volkswagen è il punto di riferimento dell’auto in Germania con 300 mila dipendenti e una storia cristallina: basti pensare che nei suoi 87 anni di storia finora non ha mai chiuso stabilimenti nel Paese. La presidente del consiglio di fabbrica Daniela Cavallo ha evidenziato che Volkswagen ha pianificato tagli anche in altri siti: “Tutti gli stabilimenti VW tedeschi sono interessati da questi piani. Nessuno è al sicuro”.

Secondo quanto ricostruito, Volkswagen ha in programma un taglio dei costi di 4 miliardi di euro. In soldoni: previsto il taglio del 10 per cento degli stipendi e il congelamento dei salari per il 2025 e il 2026. Inoltre la dirigenza vorrebbe anche ridurre i bonus riservati alla fascia salariale più alta e i bonus legati all’anzianità.

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Di “pugnalata al cuore dei lavoratori” ha parlato il sindacato Ig Metall che rappresenta la maggioranza dei lavoratori Volkseagen. Il responsabile distrettuale Thorsten Gröger non ha utilizzato troppi giri di parole: “Ci aspettiamo che Volkswagen e il suo consiglio di amministrazione delineino concetti validi per il futuro al tavolo delle trattative, invece di fantasie di tagli, dove la parte datoriale ha finora presentato poco più che frasi vuote”.

Il governo tedesco sta seguendo gli sviluppi. Un portavoce dell’esecutivo ha evidenziato: “Dobbiamo ancora aspettare e vedere cosa riferirà la stessa Volkswagen al riguardo”. Sul punto la posizione del cancelliere Olaf Scholz è chiara, ha sottolineato ancora il portavoce, spiegando che “vale a dire che eventuali decisioni sbagliate del management del passato non devono andare a scapito dei dipendenti”. Si tratta di mantenere e garantire posti di lavoro, ha affermato ancora il portavoce.

In una nota diffusa in mattinata,  il capo di Volkswagen Thomas Schafer ha evidenziato che alcuni degli stabilimenti tedeschi costano il doppio rispetto a quelli delle case automobilistiche rivali. “Attualmente guadagniamo troppo poco dalle nostre auto”, ha evidenziato: “Allo stesso tempo, i nostri costi per energia, materiali e personale sono saliti. Questo calcolo non può funzionare a lungo termine”. Inevitabile pensare al flop delle auto elettriche, un mercato fermo nonostante le grandi aspettative delle case produttrici, Vw compresa. Molti piani ambiziosi sono stati cestinati, ma la batosta nelle vendite continua a farsi sentire.

Mercoledì è in programma un nuovo vertice tra Volkswagen e i sindacati: nuovo round di negoziati sull’accordo salariale. Nel corso del primo vertice di settembre l’azienda aveva respinto le richieste dell’Ig Metall di un aumento del 7 per cento, insistendo  sulla necessità di tagliare i costi. Seguiranno aggiornamenti.

Franco Lodige, 28 ottobre 2024

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