Politiche green

Ecco a voi il nuovo sport degli eco-green: si chiama “plogging”

La nuova disciplina dei runner ecologici: ecco come funziona. E ci sono anche le gare…

Plogging 02 © David Pereiras e narvikk tramite Canva.com

Anche i verdi adesso hanno il loro sport preferito. Non è la corsa a chi inquina di meno. Né la gara a chi si lava di meno per non consumare acqua. Si chiama “plogging” e se l’è inventato uno svedese (avevate dubbi?): in pratica corri e raccogli immondizia. E poi ti senti meglio. Ovviamente, tutto ben raccontato sul Domani.

Secondo il quotidiano, il fenomeno del plogging, un’attività che combina l’esercizio fisico della corsa con l’ecologica raccolta dei rifiuti, starebbe vivendo una fase di crescente popolarità a livello globale. Questa pratica svedese, ideata da Erik Ahlström, mira a combattere l’inquinamento urbano e a promuovere uno stile di vita più sano. Partendo da una consapevolezza acuta della sporcizia nelle strade di Stoccolma, Ahlström ha intrapreso un’azione diretta munito di sacchetti e guanti, fondendo la sua passione per la corsa con un impegno verso la tutela ambientale.

“Plogging”, un termine che fonde il verbo svedese “plocka upp” (raccogliere) con “jogging“. Questo movimento ha generato non solo una nuova tendenza nel fitness, ma ha anche dato vita a competizioni specifiche, come il campionato mondiale di plogging organizzato in Italia, che ha attirato l’attenzione su questa pratica e ha stimolato una maggiore consapevolezza ecologica. Ripetiamo: campionato mondiale di plogging. Se lo pratichi a Roma, rischi il collasso al terzo metro di gara.

Dal punto di vista dell’allenamento, il plogging richiede un po’ più della corsa tradizionale. Oltre al fiato necessario per correre, l’azione di piegarsi per raccogliere rifiuti e il trasporto di sacchetti pesanti coinvolge muscoli svariati. Un misto tra una gara podistica e il sollevamento cesti dell’immondizia. Le gare, per ora organizzate solo in Italia, hanno un regolamento preciso. “Le gare si svolgono in un terreno delimitato all’interno del quale ogni concorrente è libero di scegliere il percorso che preferisce, con l’unico obbligo di passare per due punti di controllo – scrive il Domani – La classifica si ottiene sommando i punteggi di due fattori; il primo è legato alla prestazione atletica in termini di chilometri totali percorsi e di dislivello accumulato. Il secondo fattore è relativo alla parte ecologica ovvero, all’immissione di CO2 risparmiata all’ambiente, calcolata grazie alla misurazione della quantità e tipologia di rifiuti raccolti e al tempo di cui avrebbero avuto bisogno per essere smaltiti naturalmente”. Imperdibile.

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