La Rai è sempre al centro di grandissime polemiche. Claudio Baglioni, conduttore del prossimo Sanremo, l’evento degli eventi, ha detto, nel corso della conferenza stampa di presentazione, le consuete parole sugli immigrati, che possiamo riassumere così: viva l’immigrazione, accoglienza a tutto spiano, Salvini cattivone. Baglioni è intelligente, difficile imbastisca un comizio anche sul palco dell’Ariston. Le canzonette avranno il massimo dello spazio. Ma qualche frecciatina al governo possiamo aspettarcela, soprattutto dal co-conduttore Claudio Bisio, che ha già annunciato di voler parlare di attualità. E qui si apre la solita, inevitabile polemica. La tv di Stato non dovrebbe produrre trasmissioni a senso unico e prive di contraddittorio. Ma lo fa, eccome. E lo farà finché sarà un carrozzone pubblico dominato dai partiti.
Ogni volta la stessa storia: programma sbilanciato o volto sgradito; mancato rinnovo della trasmissione; epurazione; indignazione; polemica. E poi si riparte da capo. Avete mai visto un talk di destra? No. Solo Virus di Nicola Porro, che ci ospita gentilmente sul suo sito. Abbiamo visto la fine che ha fatto: chiuso, senza troppe spiegazioni. La sinistra considera la Rai di sua proprietà e l’ha così riempita di amici e di amici degli amici che Viale Mazzini riesce a essere di sinistra anche quando governa la destra. Vedremo cosa accadrà con i giallo-verdi, alle loro prime nomine. La privatizzazione tanto auspicata da numerosi abbonati (obbligatoriamente) non la vedremo fino a quando viale Mazzini sarà la dependance dei partiti. Quindi non la vedremo mai.
Infine un’ultima osservazione. Dalla lettura dei giornali di oggi (Repubblica, Corriere, Fatto) emerge chiaramente che Baglioni, l’autore di Questo piccolo grande amore, è… il nuovo leader morale della sinistra. Proprio lui, accusato un tempo di essere fascista solo perché disimpegnato. Anche Matteo Renzi e Maria Elena Boschi hanno esaltato le parole di Baglioni. C’è da restare basiti di fronte a chi non riesce a capire che in Italia può entrare solo chi ha le carte in regola. Altrimenti si incentivano le partenze, e anche il rischio di una tragedia nel mezzo del Mediterraneo.
Non è tutto qui. «Importare» manodopera senza tutele è disastroso. Per la manodopera senza tutele, cioè per i migranti al soldo dei caporali. E anche per la manodopera che le tutele le avrebbe ma viene lasciata a casa perché non conviene più chiamarla. E voilà. A colpi di buonismo, i sostenitori dell’accoglienza indiscriminata hanno ottenuto un «grande» traguardo: reintrodurre di fatto la schiavitù. Ottimo risultato, bravi. Naturalmente è impossibile (o quasi) che questa posizione trovi spazio sul palco di Sanremo.
Alessandro Gnocchi, 11 gennaio 2019