Ecco che succede a chi dubita di Meghan

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di Lavinia Orefici

Whatever she says! Qualsiasi cosa dica, Meghan ha ragione, ecco l’ultimo mantra che si sta diffondendo nel “who’s who’”, “il “chi è chi”, del politically correct ortodosso che sta rimettendo in discussione qualsiasi dislivello. Lo pensano il nuovo e il vecchio corso della Casa Bianca, Biden e Clinton (Hillary) che si sono espressi in favore della duchessa di Sussex dopo l’intervista rilasciata a Oprah Winfrey, meno quello intermedio, Donald Trump, che ai tempi riferito a Harry disse “gli auguro molta fortuna, perché ne avrà bisogno”.

Anchor tv censurato dai Sussex

Il primo ad averne fatto le spese dopo le nuove rivelazioni dei Sussex è stato Piers Morgan, discusso super anchor della trasmissione di Itv Good Morning Britain e acerrimo nemico dell’attrice americana, che in diretta televisiva lunedì mattina ha detto di non credere a una parola di quanto detto dalla Markle a proposito del suicidio. Apriti cielo! Nel giro di 48 ore i Sussex si son fatti sentire, interpretando il ruolo che meglio riesce loro, quello di vittime.

Meghan ha scritto all’amministratore delegato di Itv esprimendo la sua preoccupazione non per il fatto che Morgan non le credesse, ma per le ripercussioni che potevano avere le parole usate dal conduttore su persone con problemi di salute mentale. Piers Morgan, uscito dalla porta di Itv, rischia ora di rientrare dalla finestra del network, prossimo al lancio di GB News, spostando la battaglia su un altro canale. Ma i Sussex ne hanno per tutti i media. Secondo indiscrezioni lunedì sarebbe stato il turno della Bbc. Lo staff dei duchi avrebbe mandato direttive definite bizzarre, dove chiedevano che l’analisi dell’intervista della coppia fosse fatta non utilizzando solo giornalisti “maschi, bianchi e anziani”. L’ideale sarebbe stato “donna, nera e giovane” ma chiederlo espressamente sarebbe stato eccessivo. Se il dubbio è dei saggi, parafrasando Shakespeare, la ragione è sempre loro. Chi non organizzerebbe un’intervista con la regina dei salotti tv americani dopo aver invocato a suon di cause in tribunale il rispetto della privacy?

Harry & Meghan, narrazzione politicamente corretta

In questa storia, come nei migliori regimi, secondo il politically correct esiste un’unica narrazione, quella dei duchi di Sussex. In due ore di intervista sono state toccate tutte le corde del nuovo corso del pensiero globale: dal femminismo al bullismo, passando per la salute mentale. Ça va sans dire, l’asso era il razzismo, calato sul tavolo da Meghan senza la classe di un giocatore professionista. Illazioni pesantissime secondo cui le preoccupazioni della famiglia reale a ridosso della nascita di Archie fossero per quanto potesse essere scuro il colore della pelle del Royal baby, dubbi che avrebbero portato a negare al bambino il titolo di principe e la conseguente scorta. Peccato che a sostegno di questa teoria non siano state fornite prove, solo accuse generiche che comunque ricadono sotto un’unica persona: la regina d’Inghilterra, essendo lei a capo della millenaria istituzione.

Oprah, star dei salotti tv, ha offerto a Meghan Markle un’autostrada senza contraddittorio. Pazienza se per i Windsor parla la storia o se esistono le ‘lettere patenti’, che conferiscono titoli, emesse nel 1917 da Giorgio V in cui viene indicato chiaramente chi sono i componenti della famiglia reale ad avere diritto al ruolo di Altezze Reali e di principi o principesse. Archie, essendo di un ramo cadetto, al momento della nascita non era destinato a quel titolo. Per non parlare della storia della scorta! Tolta a metà della famiglia reale ed assegnata da Scotland Yard su indicazioni del Royal and Vip Executive Committee, che a sua volta riceve pareri dal Joint Terrorism Analysis Center, un centro di analisi che riunisce i servizi di sicurezza di Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda.

La replica della Regina

A fronte di due ore di accuse generiche e pesantissime sulla famiglia di Harry, dove una storia fantastica è stata trasformata in una fanta-storia, trasmessa in ogni nazione del pianeta a partire da domenica sera, due giorni dopo, martedì nel tardo pomeriggio, è arrivato il comunicato di Buckingham Palace per conto della regina Elisabetta. 61 parole, 5 righe, per dare una lezione di classe, forma e sostanza alla lagna dei Sussex. Il silenzio è d’oro! E i proverbi non sono casuali.

Le stesse persone che hanno ascoltato l’intervista lamentosa su quanto sia difficile, precaria e oppressa la vita di un principe di 36 anni lasciato senza soldi dal padre, e di sua moglie piovuta da Marte e obbligata a scegliere tra Kensington Palace o Windsor, l’abito verde o quello turchese, l’Inghilterra o l’America e poi tutte quelle mani da stringere!

Dicevamo, le stesse persone il 18 maggio 2018, ovvero il giorno del matrimonio, hanno assistito in mondovisione al gesto di papà Carlo, il principe del Galles, arrivare in soccorso della signorina Meghan Markle, attrice di serie tv già sposata e già divorziata, dotata di una famiglia stravagante e di un unico familiare presente nella cappella di San Giorgio, la madre, riempita di celebrità viste anche una volta sola per occupare le sedie degli invitati della sposa, e accompagnarla all’altare dopo il forfait del surreale padre Markle.

Se in questo caso è concesso utilizzare la parola fake news, l’intervista ne è piena. Due ore di recita applaudita da Hollywood, dalla Cnn, dalla Casa Bianca e da chiunque abbia studiato la storia davanti a The Crown.

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