Chi guiderà la Bce dopo che ad ottobre sarà scaduto il mandato di Mario Draghi? Il favore dei pronostici ora sembra essere tutto ad appannaggio di Jens Weidmann. Il tedesco avrebbe scavalcato tutti gli altri concorrenti nella classifica dei papabili per la corsa alla guida della Banca Centrale Europea. Il vantaggio, maturato negli ultimi giorni, deriverebbe proprio dall’appoggio che Weidmann ha fornito a Mario Draghi nel suo programma di lotta alla crisi.
Il favore acquisito da Weidmann è emerso da un sondaggio effettuato dagli economisti di Bloomberg alla vigilia di un incontro con i leader dell’Unione Europea. Agli intervistati è stato chiesto di classificare i tre candidati più probabili per il lavoro del presidente della BCE quando il mandato di Draghi sarà scaduto il 31 ottobre 2019. Sono stati ventuno gli economisti hanno preso parte all’indagine di giugno.
I favori del sondaggio sono andati proprio a Jens Weidmann che avrebbe superato, anche se di poco, il suo rivale francese Francois Villeroy de Galhau raggiunto al secondo posto anche dal veterano finlandese delle banche centrali Erkki Liikanen.
Il favore per Weidmann nasce anche dal fatto che la Germania non ha mai avuto un presidente della BCE ed anche, come già evidenziato prima, per come il presidente della Bundesbank, proprio in questi ultimi giorni, abbia dichiarato il suo massimo impegno nel segno della linea di Draghi giudicata “legale e valida” nell’idea di salvare L’unione e la moneta Unica.
Sara cosi anche dopo? Ad eventuale elezione avvenuta? Weidmann si è davvero trasformato di colpo da “falco” in “colomba” o la sua politica accomodante è appunto solo “linea politica” per arrivare alla presidenza della BCE?
E soprattutto cosa rischia l’Italia?
Proprio questa mattina, del resto, un tweet di Holger Zschäpitz, Senior editor presso il desk economico e finanziario del quotidiano tedesco Die Welt, scrittore nel campo della politica e dei mercati e coautore di Schulden ohne Sühne? (Debito senza espiazione?) – libro sulla dipendenza dal debito sovrano – ha evidenziato nuovamente, semmai ce ne fosse bisogno, di come, il faro tedesco sul debito italiano, sia sempre acceso e puntato.
Non resta che attendere ottobre che, guarda caso, è proprio il periodo in cui si dovrà ridiscutere la nuova legge di bilancio…
Leopoldo Gasbarro, 1° luglio 2019