Economia

La folle corsa del gas

Ecco come frenare il prezzo dell’energia (senza bonus a pioggia)

Il caro bollette alimenta l’inflazione, ma il prezzo dell’energia non è giustificato dal mercato. Ecco una ricetta

Economia

Il prezzo del gas aumenta alle stelle per via della crisi internazionale della guerra della speculazione e di altri fattori che non sono del normale mercato. Ogni cittadino deve sapere che il prezzo del gas in questo momento è 10 volte tanto il prezzo normale che abbiamo utilizzato negli anni scorsi, paghiamo 300 quello che prima del pagavamo 30 euro/MWh.

Io ho effettuato delle stime econometriche, tanto per annoiare i nostri lettori, effettuando una previsione sulla base dei fattori fondamentali di mercato del prezzo del gas, a partire dal 24 febbraio, cioè dal giorno dello scoppio della guerra in Ucraina. Ebbene le mie previsioni per il periodo marzo-giugno sbagliano di 100 euro/MWh: cioè prevedono un prezzo di 150 quando invece il prezzo reale è stato di 250. Questo significa che gli ultimi 100 euro sono non spiegabili dal funzionamento strutturale del mercato, ma sono effetto di fattori eccezionali quali: le aspettative, la paura, la speculazione.

Per inciso questo metodo è quello che è stato utilizzato anche dalla Banca d’Italia per effettuare delle stime sulla speculazione, nel momento della grande crisi finanziaria del 2008. In questo momento eccezionale la ripercussione di questo prezzo del gas è particolarmente cruciale per l’Italia, che utilizza prevalentemente il gas per generare energia elettrica. Il prezzo del gas si riverbera a cascata sul prezzo dell’energia elettrica che è un bene primario che consumano il 99.99% degli italiani.

Occorre quindi fermare l’effetto pernicioso dell’elettricità sui conti degli italiani, sull’inflazione, sui conti delle imprese, prima e non dopo, che il prezzo del gas internazionale si scarichi sul prezzo dell’elettricità.

Vediamo una prova inconfutabile? In questo momento in Italia l’inflazione viaggia all’8%, mentre in Francia l’inflazione è al 6%. Come spieghiamo questa differenza? In questo momento è ovvio che l’elettricità in Francia è generata col nucleare e Edf (l’equivalente del nostro Enel) vende l’elettricità a prezzi che riflettono il costo del nucleare, mentre noi la vendiamo a prezzi che riflettono il costo del gas. Occorre anche considerare la possibilità di una doppia speculazione, perché lo dice il governo che ha inventato la tassa straordinaria sui profitti energetici: evidentemente c’è un ulteriore ricarico di speculazione dal prezzo del gas al prezzo dell’elettricità.

Ecco, quindi, la unica ricetta semplice e universale che nessuno ancora riesce a proporre.
Il prezzo di riferimento dell’elettricità in Italia si chiama Pun, prezzo unico nazionale, ed è fissato in maniera trasparente per ogni ora del giorno per tutte le ore dell’anno sul mercato elettrico.
La mia proposta è: si fissi un prezzo di riferimento per il Pun che tutti pagano ogni ora del giorno sul mercato elettrico a un livello accettabile per il Paese: facciamo una simulazione, 100 euro MWh. Se il prezzo che si forma sul mercato elettrico per qualsiasi ragione di mercato o peggio, speculativa, è superiore, per esempio 250 euro MWh, la differenza viene messa dallo Stato.

Come? Si utilizzano le risorse dei vari bonus e ristori, subito per impedire che il prezzo dell’elettricità alimenti l’inflazione. Il costo sarebbe lo stesso, ma così si chiude la stalla prima che i buoi siano scappati, rispetto alla versione nella quale chiudiamo la stalla dopo che sono scappati i buoi. Infatti, per ora abbiamo accettato passivamente la vampata di aumento dei prezzi dell’elettricità in maniera inconsulta e poi abbiamo cominciato a elemosinare ristori, crediti di imposta, bonus, piccoli sussidi alla popolazione.

La motivazione era e rimane sbagliata: si è detto, dobbiamo aiutare solo i meno abbienti e i più piccoli e i poveri. Ma la analisi economica ha dimostrato e dimostra da sempre che la tassa sull’energia è regressiva, ovvero colpisce in maniera proporzionalmente più pesante i poveri rispetto ai ricchi. Quindi, un sussidio universale all’energia è automaticamente progressivo, perché beneficia automaticamente più i poveri dei ricchi.

Qual è il vantaggio della mia formula? Che non c’è il riverbero del costo dell’elettricità sui prezzi di tutti gli altri beni, a parità di costo per lo Stato. Ovvero, non c’e l’inflazione che distrugge il sistema economico.

Ripeto, poiché l’elettricità è un bene primario che viene consumato dal 99,99% degli italiani, bloccare l’effetto di inflazione sull’elettricità immediatamente ha un effetto benefico sul prezzo del caffè, sul prezzo delle zucchine, sul prezzo degli alimentari, sulla filiera industriale e non strozzerebbe tutti le nostre piccole imprese, artigiani del settore come le fonderie, il vetro, lo zinco, l’acciaio, l’alluminio, la plastica che stanno soffrendo e chiuderanno.

Ricordiamocelo, se il governo non agisce oggi, entro la fine di agosto, con la ripresa generale di settembre le imprese chiudono e licenziano e noi avremo un’altra recessione.

Perché il mio tono è accorato? Urlo anche se sto scrivendo! Perché non c’è più tempo da perdere! Bisogna agire subito! Lo dico con i punti esclamativi, bisogna farlo subito! T’e capì?

Carlo Andrea Bollino, 26 agosto 2022

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