E allora perché lasciare la possibilità di mantenere sedicenti imprese – oltre all’Ama in questo elenco da black list dovrebbe comparire al primo posto l’Atac, sempre per restare alla latitudine capitolina – a produrre deficit e disservizi?
A nessuno viene il sospetto che i cittadini vogliano un servizio efficiente, invece che assistere alla distribuzione di benefici ai dipendenti assenteisti? Siamo sicuri che i pendolari della Roma-Lido avrebbero fatto barricate se la tratta fosse stata affidata a gara a una società straniera, piuttosto che vedere ridotti a 4 i treni sul percorso?
La strada delle liberalizzazioni non può essere imboccata autonomamente a livello locale – anche se Roberto Gualtieri non crediamo che vorrebbe divenirne un alfiere – ma dovrebbe essere segnata a livello centrale da una radicale riforma (peraltro richiesta dall’Europa) che nemmeno Mario Draghi è riuscito a portare in porto.
Antonio Mastrapasqua, 7 dicembre 2021