Non facciamo i soliti populisti un tanto al chilo (di sardine). La sinistra riparte dalle Sardine, giustamente. Il movimento di piazza, guidato da leader così carismatici dei quali non si ricorda il nome ma solo un cerchietto tra i capelli, sta ottenendo grandissimi risultati. Non ci riferiamo al famoso programma in cinque o sei punti, nel quale in sostanza si chiedeva la limitazione della libertà di espressione. Neppure all’indignazione un tanto al chilo (di sardine) che fa vibrare l’Italia dei migliori, quella erede del Migliore, il democraticissimo Palmiro Togliatti.
E non stiamo parlando del rinnovo del parco ospiti dei talk show di La7, ormai non si inizia neanche a discutere se non ci sono sardine da inscatolare nel televisore. Lasciamo perdere anche l’annunciata rifondazione del Partito democratico (ancora, ma che noia), trent’anni di storia buttati nella spazzatura per intercettare un branco di sardine, ricompensate con qualche seggio in Parlamento. Non alludiamo neppure alla dimostrazione plastica di cosa sia quasi sempre un movimento di piazza: le sardine sono passate alla velocità della luce dal contestare (l’opposizione) al trattare con la politica.
La corrente li ha fatti approdare dalla rivoluzione al parlamentarismo nello spazio di un paio di mesi, almeno i Sessantottini hanno fatto un minimo di attesa prima di occupare le poltrone messe loro a disposizione dai “padroni”, sempre lieti di acquisire cortigiani che si fingono ribelli.
No. Sarebbe scorretto negare che le Sardine hanno un risultato concreto dalla loro parte. Dichiara all’Adnkronos Paolo Tiozzo, vicepresidente Fedagripesca-Confcooperative: “La pesca delle sardine, alla ripresa delle attività, sta andando molto bene, – spiega – il prodotto c’è in abbondanza e anche la domanda sembra stare al passo con l’offerta, stimiamo tra il 10% e il 15% in più rispetto a prima del fermo”. Inoltre gli italiani sembrano interrogarsi per la prima volta sulla differenza tra alici e sardine, come dimostrato dalle ricerche su Google. Grazie Sardine, state davvero cambiando l’Italia.
Alessandro Gnocchi, 21 gennaio 2020
