Esteri

Guerra in Medio Oriente

“Ecco il piano: cosa faremo di Gaza dopo l’invasione”

Parla l’ex primo ministro israeliano Ehud Olmert: “Hamas non ne avrà più il controllo”

Edu Olmerth

“In un futuro post-conflict, chi avrà il controllo di Gaza? Dopo che la strategia offensiva di Gaza concluderà, presumibilmente, la resistenza di Hamas, avendo pulito i sotterranei e liberato gli ostaggi, cosa succederà alla Striscia? Chi sarà a governare, in che modo e soprattutto con quali relazioni con Tel Aviv?”. Queste sono le domande che molti si pongono. Secondo l’ex primo ministro israeliano Ehud Olmert, il governo israeliano avrebbe un piano per la fase successiva alla conclusione delle ostilità.

La figura di Ehud Olmert riveste un ruolo significativo in questo contesto. Come noto, Olmert fu primo ministro dal 2006 al 2009 e prima ancora vicepremier al fianco di Ariel Sharon. Guidò la guerra contro Hezbollah nel sud del Libano e nel 2008 lanciò l’operazione Piombo Fuso, che portò all’invasione terrestre di Gaza.

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Il politico israeliano ha notato un cambiamento nell’atteggiamento globale nei confronti del conflitto: in precedenza, il mondo sembrava unanimemente riconoscere il “diritto di Israele di reagire” e di eliminare coloro che attentavano alla vita dei civili. Ora, però, le cose sembrano cambiate, come si nota dalle manifestazioni nelle capitali europee. Nonostante la crescente insofferenza internazionale, Il piano di Israele rimane invariato: eliminare Hamas. E dopo? L’obiettivo è evitare che si ripeta quanto successi in passato, quando dopo il ritiro delle truppe israeliane da Gaza “iniziò subito il lancio di missili” verso il sud del paese. Per evitare questo, Olmert afferma che, alla fine dell’operazione, “Hamas non avrà più il controllo” sulla Striscia e sarò allora chiesto alle nazioni alleate di Israele di inviare una forza internazionale a Gaza per ripristinare l’amministrazione civile, ricostruire la città e garantire che l’Autorità palestinese possa riprendere il controllo.

In conclusione, Israele non ha l’ambizione di conquistare Gaza né di mantenerci una presenza militare permanente. Saranno le autorità internazionali a dover gestire la fase successiva all’operazione, creando un “nuovo modo di vivere” nella Striscia.