Nei siti colpiti c’erano strutture adibite al deposito di armi e i comandi dai quali Kata’ib Hezbollah aveva pianificato gli attacchi contro le forze della coalizione. Anche se Hezbollah, responsabile materiale, è stato duramente colpito, le dichiarazioni del Segretario di Stato Mike Pompeo non lasciano dubbi su chi manovra dietro le quinte e, di conseguenza, è stato il mandante del primo attacco contro le truppe americane e irakene di stanza a Kirkuk. “Non permetteremo che la Repubblica islamica dell’Iran intraprenda azioni che mettano in pericolo uomini e donne americani”, ha detto Pompeo ai giornalisti dopo il briefing, che si è svolto presso il club Mar-a-Lago in Florida.
Alle dichiarazioni di Pompeo ha fatto eco il segretario alla Difesa Mark Esper, che oltre a confermare che i bombardamenti hanno avuto successo ha anche dichiarato che durante la riunione sono state discusse con il Presidente Trump altre opzioni militari da eseguire in caso di escalation della tensione nella regione. Sicuramente l’America è cambiata, e l’immagine dei marines impauriti davanti ai fucili degli iraniani è ormai sbiadita. Chi ama il mondo libero da una parte vuole dimenticare ciò che accadde allora, e dall’altra spera che una situazione del genere non debba mai più ripetersi.
Rimane che gli attriti degli ultimi giorni fra Usa e Iran sono una spia accesa su tutto il Medioriente. Di casi più o meno gravi ce ne sono stati molti negli ultimi mesi e la speranza è che la ragione faccia tornare chi di dovere ai tavoli di trattativa perché allo stato attuale delle cose la domanda non è se ci sarà uno scontro aperto fra Iran e Usa, ma quando.
Michael Sfaradi, 1 gennaio 2020