Politiche green

Ecco l’ennesima bugia verde: “Il 2024 è l’anno più caldo di sempre”

Puntuale come la dichiarazione dei redditi, ecco i soliti titoloni catastrofisti

caldo © alenkadr, photoschmidt e Viridiana Rivera tramite Canva.com
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2024: l’anno più caldo di sempre!

Puntuale come la dichiarazione dei redditi, anche quest’anno dobbiamo sorbirci i più diffusi media che annunciano, con i soliti titoloni catastrofisti, che l’anno 2024, secondo Copernicus (programma spaziale dell’Unione Europea di osservazione della Terra), è stato l’anno più caldo di sempre! Sempre, sempre? Naturalmente negli articoli non si ricorda mai che le registrazioni satellitari delle temperature da parte di Copernicus sono iniziate nel 1979 (praticamente questa mattina, su scala temporale climatologica), che sono il risultato di rianalisi di dati provenienti da stazioni a terra (la cui attendibilità è discutibile) e di dati satellitari, ecc., ma, soprattutto, si tace sul fatto che i rilevamenti satellitari della NASA smentiscano questa narrazione. Infatti, secondo le registrazioni della NASA, nel gennaio 2025 abbiamo assistito ad un calo di circa 0,34 °C rispetto al gennaio 2024, secondo la metrica inventata della “temperatura media globale”.

Questo, nonostante che l’anidride carbonica atmosferica sia aumentata da circa 422 parti per milione (ppm) nel gennaio 2024, a 426 parti per milione nel gennaio 2025. L’aumento di 4 ppm di anidride carbonica equivale a circa 78 miliardi di tonnellate di emissioni. Pertanto, 78 miliardi di tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera hanno portato a un gennaio che è stato 0,34 °C più freddo rispetto al gennaio precedente. Inoltre, le temperature di gennaio 2025 sono state più basse di quelle di febbraio2016 (febbraioè in genere il mese medio più freddo nell’emisfero settentrionale), e circa le stesse di gennaio 2016 e febbraio 1998, nonostante le centinaia di miliardi di tonnellate di CO2in più, emesse nel frattempo.

Allora, come si spiega questa informazione a senso unico? In questi giorni è emerso un fatto che può provare quello che molti, sottovoce, bisbigliavano: qualcuno manipola da anni l’informazione. E quello che è peggio è che questa manipolazione ha coinvolto in pieno anche la comunità scientifica. La clamorosa novità è che coloro che sospettavano che l’informazione e la scienza fossero ormai al servizio della politica e dell’ideologia “green”, i così detti“negazionisti” (l’equiparazione ai nazisti sorge spontanea), hanno finalmente a disposizione la così detta “pistola fumante”. Il DOGE (Department of Government Efficiency), infatti, ha scoperchiato un vero e proprio verminaio: l’ente americano USAID, elargiva, tra gli altri, fondi ai media, alle università, ad alcune ONG, e associazioni variopinte, per censurare qualsiasi opinione, orientamento politico o ricerca che non fossero allineati alla narrativa social-progressista sul cambiamento climatico.

Anche il linguaggio che doveva essere adottato dai media era soggetto ad una sapiente regia, in base alle reazioni del pubblico: si è passati dal riscaldamento climatico, all’emergenza climatica (sì, perché qualcuno si è accorto anche delle ondate di freddo), alla catastrofe climatica; ora, visto che siamo ancora tutti vivi, nonostante le fosche previsioni degli anni passati, si parla più spesso di cambiamento climatico, ma con fenomeni estremi. E anche quello che si sussurrava nelle segrete stanze dei ricercatori più avveduti, e cioè che anche la scienza fosse, come ha scritto il noto climatologo Matthew Wielicki, al servizio della narrazione “green” e del catastrofismo, sta venendo allo scoperto. La pervasiva pressione sulla comunità scientifica è giunta perfino a minare l’attendibilità del cosiddetto sistema peer review, che valuta l’attendibilità delle pubblicazioni scientifiche (ndr: peer review, revisione tra pari; è un metodo per valutare la validità, la qualità e l’originalità di un lavoro scientifico destinato alla pubblicazione attraverso un giudizio formulato da uno o più valutatori con competenze simili a quelle del valutato).

Di seguito alcuni degli innumerevoli esempi recenti di quanto la disinformazione sia pervasiva (per approfondimenti, rimando ai link):

Come si può facilmente notare, sono compresi nell’elenco tutt’altro che esaustivo, anche media di assoluto prestigio.

Inoltre, tanto per fornire una bussola che ci aiuti ad interpretare il nostro futuro, diamo uno sguardo alle assolute certezze” che ci hanno propinato in occasione della prima Giornata della Terra, il 22 aprile 1970, evento che è stato divulgato a decine di milioni di persone:

  • “La civiltà finirà entro 15 o 30 anni a meno che non vengano intraprese azioni immediate contro i problemi che l’umanità deve affrontare.” – Il biologo di Harvard George Wald;
  • “La popolazione supererà inevitabilmente e completamente le capacità alimentari del pianeta. Il tasso di mortalità aumenterà, e almeno 100-200 milioni di persone all’anno moriranno di fame nei prossimi dieci anni.” — Il biologo della Stanford University Paul Ehrlich;
  • “La maggior parte delle persone che moriranno nel più grande cataclisma nella storia dell’uomo sono già nate… [anno 1970] …alcuni esperti ritengono che la carenza di cibo aumenterà l’attuale livello di fame nel mondo,causando carestie di proporzioni incredibili…— Paul Ehrlich;
  • “È già troppo tardi per evitare la fame di massa”, – Denis Hayes, organizzatore capo della Giornata della Terra;
  • I demografi concordano quasi all’unanimità sul seguente cupo calendario: entro il 1975 in India inizieranno carestie diffuse; queste si diffonderanno entro il 1990 per includere tutta l’India, il Pakistan, la Cina e il Vicino Oriente, l’Africa. Entro il 2000, o probabilmente prima, l’America meridionale e centrale sopravviverà in condizioni di carestia…. Entro l’anno 2000, tra trenta anni, il mondo intero, ad eccezione dell’Europa occidentale, del Nord America e dell’Australia, sarà in carestia.” — Il professore della North Texas State University Peter Gunter;
  • “In un decennio, gli abitanti delle città dovranno indossare maschere antigas per sopravvivere all’inquinamento atmosferico… entro il 1985 l’inquinamento atmosferico avrà ridotto della metà la quantità di luce solare che raggiunge la terra”. (si prevedeva che l’era glaciale fosse alle porte. N.d.r.) – rivista Life;
  • “Entro l’anno 2000, se le tendenze attuali continuano, useremo il petrolio greggio a un ritmo tale… che non ci sarà più petrolio greggio. – Ecologista Kenneth Watt;
  • “[Una] teoria presuppone che la copertura nuvolosa della terra continuerà a ispessirsi man mano che più polvere, fumi e vapore acqueo vengono emessi nell’atmosfera da ciminiere e aerei a reazione. Schermato dal calore del sole, il pianeta si raffredderà, il vapore acqueo cadrà e si congelerà e nascerà una nuova era glaciale.” — Rivista Newsweek
  • “Il mondo si è raffreddato bruscamente per circa vent’anni. Se le tendenze attuali continueranno, il mondo sarà circa quattro gradi più freddo nel 1990, e undici gradi più freddo nell’anno 2000.” — Kenneth Watt.

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Come possiamo vedere, non tutti i presagi del 1970 si sono avverati; quindi, è del tutto possibile che non tutte le previsioni relative al cambiamento climatico fatte oggi si verificheranno nel prossimo futuro.

C’è anche da aggiungere che non tutti i risultati del cambiamento climatico sono e saranno negativi, un concetto che, purtroppo, non fa notizia.

Carlo Mackay, 15 febbraio 2025

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