Ci risiamo. Al Corriere della Sera si ostinano a non voler studiare l’aritmetica. In un articolo a piena pagina di domenica 8 settembre, il quotidiano italiano, che coram populo sarebbe il più autorevole, così esordisce: “Bisogna appuntarsi questa frase: io compenso sempre le mie emissioni di anidride carbonica”. Continua affermando che “compensare le emissioni di CO2 è la nuova frontiera della sensibilità ambientale”. E dà una ricetta facile e sicura per conseguire l’agognato compenso: “Il modo più semplice per compensare le emissioni è piantare alberi, meccanismo previsto dal protocollo di Kyoto del 1997”.
Certo, le previsioni delle teste d’uovo del protocollo di Kyoto sono tutto fuorché una garanzia, posto che lo stesso, pur solennemente sottoscritto fino al raggiungimento della sua implementazione (2005), non ha minimamente neanche sfiorato i propri obiettivi: si proponeva di ridurre del 6% entro il 2012 rispetto ai livelli del 1990 le emissioni globali di CO2, ma queste sono invece aumentate del 60%. Ad ogni modo, siccome per costituzione siamo scevri da pregiudizi, magari almeno una cosa l’hanno azzeccata. Oltre che scevri da pregiudizi, siamo però come e peggio di San Tommaso: ci piace controllare. E siccome abbiamo una mentalità vagamente scientifica, ci piace farlo coi calcoli. E per i calcoli ci piace sempre ispirarci a Fermi, campione nel determinare rapidamente gli ordini di grandezza delle cose.
Ordunque, gli alberi che crescono “veloci” e sarebbero adatti ad assorbire la CO2 prodotta dall’umanità (per esempio i pioppi), ci stanno 10 anni a crescere, e dopo 10 anni hanno ciascuno una massa di 10 quintali. Che purtroppo non è tutto carbonio, ma ottimisticamente supponiamo che lo sia. Quindi ogni albero piantato assorbe un quintale di carbonio per anno. Domanda: quanti alberi bisogna piantare per raggiungere l’agognata compensazione, ultimissima frontiera della sensibilità ambientale? Siccome l’umanità immette ogni anno 90 miliardi quintali di carbonio, e siccome tutti noi siamo meno di 9 miliardi, allora ogni singolo cristiano della Terra dovrebbe piantare più di 10 alberi ogni anno.
L’ultimissima frontiera della sensibilità ambientale appare essere l’ultima Gretinata, e piantare alberi per raggiungere la vagheggiata compensazione sarà forse il modo “più semplice”, ma sicuramente è il modo più Gretino. La cosa sconsolante dell’articolessa del Corsera è che tale Gretinata avrebbe l’approvazione di un professore a contratto del Politecnico di Milano, che aggiunge altre dritte per conseguire il lodevole proposito: “sbrinare spesso il freezer, non usare la vasca da bagno e non coprire i termosifoni”. Non so voi: io non ho parole.
Franco Battaglia, 10 settembre 2019