Entra sempre più nel vivo la campagna elettorale per il voto politico del 25 settembre. Da domani, inizierà ufficialmente il silenzio demoscopico, nei quindici giorni precedenti la data delle urne, in cui i sondaggisti saranno impossibilitati dal pubblicare nuove e mutate stime elettorali.
Secondo le ultime percentuali, però, il risultato macroscopico del voto non dovrebbe mutare: il centrodestra può garantirsi un vantaggio che spazia dai 19 ai 23 punti percentuali in più, rispetto alla coalizione di centrosinistra. I più grandi mutamenti riguardano i singoli partiti.
FdI in ulteriore crescita
Secondo le stime Ipsos per Il Corriere della Sera, infatti, Fratelli d’Italia ha guadagnato più di un punto percentuale, solo nell’ultima settimana, passando dal 24 al 25,1 per cento, e staccando il Pd di Enrico Letta di quasi cinque punti. Per i dem, si tratterebbe di una lieve perdita di consensi rispetto alle Europee 2019, quando il movimento sfiorò il 23 per cento dei voti.
Continua, invece, il testa a testa tra Lega e Movimento 5 Stelle. Secondo i sondaggisti del quotidiano della borghesia milanese, il partito di Matteo Salvini sarebbe dinanzi ad un progressivo tracollo, che porterebbe il partito intorno al 12 per cento. Giuseppe Conte, al contrario, può contare su un forte incremento di voti, passando dal 10 per cento dello scorso luglio all’attuale 14,5 per cento. Diverse, però, sono le cifre offerte da Tecnè. i grillini rimarrebbero ancora dietro il Carroccio, ma con un distacco fortemente risicato: 12,1 per cento di Salvini contro l’11,9 per cento dei pentastellati.
Infine, il Terzo Polo di Renzi e Calenda rimarrebbe ancorato a cifre marginali. A seconda delle rilevazioni, l’alleanza spazierebbe tra il 6 ed il 6,7 per cento, precedute da Forza Italia, che rimane stabile tra l’8 ed il 10 per cento.
Tra i nuovi partiti, che potrebbero fare il proprio ingresso in Parlamento, ricordiamo sicuramente il movimento Italexit di Gianluigi Paragone, appaiato alla soglia di sbarramento del 3 per cento; e l’alleanza Verdi, Sinistra Italiana e Reti civiche, che raccoglierebbe il 3,4 per cento dei consensi. Rimane, invece, il flop di Luigi Di Maio: il suo Impegno Civico, infatti, non raggiungerebbe neanche l’1 per cento di vita, relegandolo a cifre dello zero virgola.
Astensionismo
Un dato di notevole importanza, a malincuore, risulta essere quello relativo all’astensionismo, che interessa soprattutto i meno giovani del sud Italia. Secondo Tecnè, la stima degli indecisi e dei non votanti sfonderebbe quota 44 per cento, mentre per Ipsos è pari al 33,4 per cento. Qualsiasi sia la percentuale finale, comunque, si tratterebbe del valore di partecipazione alle urne più basso della storia repubblicana, dal 1946 ad oggi.
Da segnalare è anche la notevole mobilità elettorale: più della metà degli elettori intervistati ritiene di prendere in considerazione, oltre al movimento indicato, anche un secondo partito: il 37 per cento degli elettori di Fratelli d’Italia voterebbe anche Lega, mentre un piddino su quattro valuterebbe anche l’alternativa dell’alleanza Verdi, Si e Reti civiche.
Matteo Milanesi, 9 settembre 2022