Le gaffe, l’età che avanza, l’emergenza immigrazione, il dossier sicurezza. Sono tanti i problemi di Joe Biden a pochi mesi dalle elezioni presidenziali statunitensi. Uno dei fronti più delicati per il leader della Casa Bianca è la politica estera: la guerra in Ucraina e la crisi in Medio Oriente hanno visto Washington in prima fila. Basti pensare alle vibranti polemiche legate ai sostegni per Kiev, con lo scontro frontale tra democratici e repubblicani che ha rallentato il pacchetto di aiuti a Zelensky. Ma non è finita qui. Biden deve fare i conti con quello che Federico Rampini ha ribattezzato sul Corriere della Sera il “terzo incendio”: l’Ecuador.
A differenza di Ucraina e Gaza, l’Ecuador è molto più vicino agli Stati Uniti e quindi si tratta di una crisi internazionale decisamente più reale agli occhi degli americani. I fatti sono noti: il Paese è ad un passo dalla guerra civile dopo che martedì un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione in uno studio del canale televisivo pubblico prendendo in ostaggio giornalisti e tecnici, poi liberati dalle forze speciali, con tanto di rappresaglie dei narcos con violenze e saccheggi. Una situazione emergenziale con lapalissiane implicazioni domestiche per Biden & Co.
Oltre alla vicinanza a livello territoriale, l’Ecuador è uno dei regni dei narcos, ossia dei principali responsabili dei morti per overdose tra i cittadini americani. Senza dimenticare un’altra problematica che attanaglia Biden e i suoi: l’emergenza migratoria, sempre più ingestibile per l’amministrazione dem. La posizione della Casa Bianca su quanto sta accadendo è la seguente: “Gli Stati Uniti sostengono il popolo dell’Ecuador e sono pronti a fornire assistenza al suo governo”. Stop. Non la stessa enfasi mostrata per Ucraina e Israele, ma uno scarno e piuttosto blando comunicato. Il motivo è chiaro: i limiti di accettazione dell’aiuto americano tra il peso della storia e la preoccupazione dei cittadini americani.
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Il caos in Ecuador potrebbe dunque avere delle ripercussioni sulle prossime presidenziali, sicuramente non positive dal punto di vista di Biden. L’isolazionismo di Donald Trump potrebbe trovare ampi consensi di fronte a scenari così delicati. “Dovete capire che se l’Europa fosse sotto attacco non verremo mai ad aiutarvi e a sostenervi”, aveva detto il tycoon alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel 2020 al World Economic Forum di Davos. E c’è un altro dettaglio da evidenziare: sotto la gestione Trump non scoppiò neanche un conflitto, mentre sotto Biden siamo alla terza guerra nel giro di pochi anni. In altri termini, l’Ecuador potrebbe rafforzare la convinzione diffusa che gli Stati Uniti dovrebbero smetterla di giocare a fare il gendarme del pianeta.
Massimo Balsamo, 11 gennaio 2024