I soci del club dei centenari italiani sono 14.456. Se alziamo l’asticella fino a 105 anni, ne troviamo 1.112. Tornando a parlare di “sesso forte” sono 21 quelli che hanno più di 110 anni e, appunto, tra loro non ci sono uomini. In dieci anni (2009-2019) i centenari sono passati da 11 mila a oltre 14 mila, quelli di 105 anni e oltre sono più che raddoppiati, da 472 a 1.112, con un incremento del 136%.
La quota maggiore di super-centenari è residente nel Nord Italia. La regione con la più alta percentuale è la Liguria. Nel panorama europeo l’Italia, insieme alla Francia, detiene il record del numero di super-centenari, ma nessuno è nato nel XIX secolo: in pratica si sono estinte tutte le coorti dal 1896 al 1903. Insomma nel nostro Paese non c’è più nessuno che sia nato nel 1800…
Considerando lo stato civile, la maggior parte dei super-centenari è vedovo (80,1%) o vedova (86,0%). È interessante notare che tra gli uomini il 13,6% è ancora coniugato mentre per le donne la percentuale scende all’1,4%. Gli uomini hanno quindi una probabilità più alta di vivere in coppia anche le età molto estreme della vita grazie alla maggiore longevità femminile e dell’età delle mogli minore, in media, a quella dei mariti.
Circa l’85% dei super-centenari vive in famiglia, il 15% in un istituto. I nomi più comuni tra gli appartenenti a questo speciale gruppo sono Giuseppe e Maria mentre considerando la cittadinanza gli stranieri osservati negli anni di indagine sono solo 30 (0,5%).
Quelli appena snocciolati sono numeri straordinari, con i quali in qualche modo saremo, sempre più, destinati a fare i conti. Eppure, se da un lato, le buone notizie circa l’allungamento della vita media, dovrebbero confortarci, parallelamente dovremmo prendere coscienza che, vivere più a lungo, richiede un maggior numero di risorse, soprattutto di natura economica. Dobbiamo principalmente evitare di sopravvivere ai nostri soldi. Non sarà agevole, non sarà facile, ma sarà indispensabile davvero.
Prima parte
Leopoldo Gasbarro, 8 agosto 2019