Eco-follia: sei giovani denunciano gli Stati Ue per il cambiamento climatico

Il cambiamento climatico arriva in tribunale: 32 Paesi europei sono stati portati davanti al giudice dagli eco-fondamentalisti

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Cedu denuncia

Adesso, gli eco-fondamentalisti ci portano pure in tribunale. Esatto, avete letto bene: sei giovani portoghesi hanno deciso di iniziare una causa contro 32 Stati europei, sulla base del fatto che questi ultimi non starebbero facendo abbastanza per contrastare il cambiamento climatico. Secondo i querelanti, le omissioni green dei governi andrebbero a violare la loro dignità umana.

Il caso

Il caso giudiziario è il più grande sul clima che la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo abbia mai dovuto affrontare. Ora, una sentenza sarà attesa intorno alla metà del 2024. In tale ambito, la Cedu dovrà analizzare se effettivamente il cambiamento climatico sia conseguenza diretta delle politiche dei governi europei e, allo stesso tempo, accertare se vi sia stata la violazione dei diritti dei sei giovani, compresi quelli alla vita, al benessere fisico e mentale.

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Alcuni dei richiedenti portoghesi sono addirittura minorenni, in un arco di età tra gli 11 ed i 24 anni. “A causa del calore estremo, sono limitato nel modo in cui mi alleno e quanto tempo posso trascorrere all’aperto”, ha detto il 15enne Andre Oliveira fuori dal tribunale, che continua: “Sono costretto a stare dentro, faccio fatica a dormire e grazie alle deboli politiche climatiche di questi governi, le cose stanno peggiorando”.

Cambiamento climatico

In precedenza, sempre Oliveira aveva affermato, sulle colonne di Reuters, che il loro obiettivo sarebbe stato quello di ottenere una sentenza giuridicamente vincolante per gli Stati Ue, affinché riducano le emissioni per limitare il riscaldamento globale a 2 gradi Celsius e idealmente 1,5 gradi, parametro imposto negli accordi di Parigi del 2015. Un assunto facilmente smontabile, considerando solo il fatto che il Vecchio Continente incide in modo estremamente limitato nella produzione di Co2 mondiale, dominata dagli Stati Uniti e soprattutto dalla Cina. Stessa cosa, per esempio, per quanto concerne la produzione di carbone, dove è Pechino a detenere il 50 per cento del carbone prodotto sulla Terra.

Per approfondire:

Ma tutto ciò non interessa agli eco-fondamentalisti globali, visto che anche negli Usa sono cominciati a pendere i primi processi sul cambiamento climatico. Il mese scorso, un giudice del Montana, negli Stati Uniti, ha consegnato una vittoria storica ai giovani querelanti, affermando che lo Stato federato avrebbe violato i diritti dei giovani attraverso l’estrazione di carbone, gas naturale ed altri progetti di combustibili fossili. Oltre a questo, ora ci sono anche due casi climatici pendenti davanti alla Grande Camera della Cedu, che potenzialmente potrebbero stravolgere le politiche green dei Paesi membri. Eppure, basterebbe solo ricordare una formula, breve ma concisa: la mia libertà non finisce laddove iniziano le vostre paure.

Matteo Milanesi, 28 settembre 2023

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