Ora la Volkswagen si riconverte e produrrà carri armati. Keynes è sempre vivo e combatte assieme a noi, e così gli investimenti pubblici andranno in soccorso dei colossi industriali declinanti.
Non inquietatevi, però, dato che le emissioni di CO2 saranno minime: quasi nulle. E se addirittura in nome della libertà ci toccherà scatenare la Terza guerra mondiale, essa non impatterà comunque sul clima.
Carlo Lottieri, 15 marzo 2025
Di seguito, la notizia a cui fa riferimento Lottieri nel suo commento.
In un panorama europeo in continua evoluzione, emerge una tendenza che potrebbe ridefinire i contorni sia dell’industria della difesa sia del settore automobilistico. Protagonisti di questa transizione sono Rheinmetall, primo produttore europeo di armamenti, e Volkswagen, colosso dell’auto in cerca di nuovi orizzonti per alcuni dei suoi impianti.
Armin Papperger, a capo di Rheinmetall, ha delineato una prospettiva ambiziosa per il futuro della sua compagnia, con piani che contemplano la trasformazione di fabbriche automobilistiche in centri di produzione militare. In questo contesto si inserisce l’interessamento per lo stabilimento Volkswagen di Osnabrück. Volkswagen, lo scorso dicembre, si è detta aperta a considerare future alternative per questo impianto, non scartando l’ipotesi di una vendita. Oliver Blume, CEO del gruppo Volkswagen, ha suggerito in un’intervista che il destino dello stabilimento potrebbe aprirsi a diverse possibilità, incluse trattative preliminari con il settore della difesa.
L’eventuale acquisizione dell’impianto di Osnabrück da parte di Rheinmetall non solo segnerebbe una nuova opportunità produttiva per il gigante dell’armamento ma avrebbe anche ripercussioni significative sul mercato del lavoro. Rheinmetall prevede di incrementare la propria forza lavoro di 8.000 persone nei prossimi due anni, raggiungendo così un organico totale di circa 40.000 dipendenti. Questo aumento si inserisce in un contesto più ampio di rinnovamento e crescita dell’industria difensiva europea, stimolata anche dal Piano di riarmo ratificato dal Parlamento Europeo.
La prospettiva di un nuovo ciclo di armamenti nel continente si rafforza con previsioni che indicano un potenziale raggiungimento di 100 miliardi di euro di vendite militari in Europa entro il 2030, a condizione che gli stati membri decidano di elevare i proprio budget per la difesa almeno al 3,5% del PIL. Dal punto di vista economico, Rheinmetall si mostra ottimista, anticipando un balzo nel fatturato da 7,2 miliardi di euro nel 2023 a 9,8 miliardi nel 2024, con un incremento del 36%.
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