Politiche green

Eco-vandali a gettone: Ultima Generazione rischia di chiudere

I fondi scarseggiano e i gretini potrebbero chiudere i battenti: ecco cosa sta succedendo

© Billion Photos tramite Canva.com

Quando credi in una causa fai il possibile per fornire un contributo, anche se minimo. Non badi a soldi, interessi, prospettive, nemmeno alla fama. L’unico obiettivo è quello di dare un apporto, anche risibile. Una premessa doverosa dando uno sguardo alle ultime notizie riguardanti Ultima Generazione, il movimento gretino che da anni – in giro per il mondo – infastidisce i cittadini con atti plateali in nome dell’ambiente. Azioni che non hanno conseguenze, quantomeno sul clima, perché i danni ai lavoratori onesti non mancano in occasione dei blocchi delle strade.

Ebbene, secondo quanto reso noto dall’Adnkronos, Ultima Generazione potrebbe chiudere i battenti. Tra gli attivisti serpeggia sconcerto e preoccupazione perché il Climate Emergency Fund sarebbe in procinto di tagliare i fondi, destinati al movimento italiano degli attivisti del clima, per dirottarli verso progetti negli Stati Uniti. Parliamo della piattaforma a stelle e strisce che raccoglie donazioni per azioni non violente di disobbedienza civile al fine di promuovere l’urgenza di interventi dei governi contro i cambiamenti climatici.

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Gli eco-vandali di Ultima Generazione beneficiano delle donazioni, ritenute indispensabili per organizzare l’attività e sostenere gli attivisti. Senza quei finanziamenti, il movimento italiano potrebbe scomparire. In altri termini, parliamo di attivisti a gettone? Perché è piuttosto curioso questo scenario: senza soldi, senza la spintarella del denaro, ragazze e ragazzi non avrebbero lo spirito di scendere in piazza per l’ambiente? Ha un valore bloccare le strade oppure gettare della vernice su un quadro? Sembrerebbe di sì, con buona pace di quella sinistra che sostiene i gretini in nome di un’ideologia green talebana e integralista.

Per il momento i rappresentanti di Ultima Generazione non hanno commentato l’indiscrezione, ormai circolante da diverse ore. La disobbedienza civile non violenta potrebbe aver esaurito la sua spinta a causa della mancanza di quattrini e non sarebbe un peccato, perché così eviteremmo l’imbrattamento di opere d’arte e luoghi istituzionali con il solo obiettivo di alzare la pressione sul governo per l’ambiente (ma non solo, dipende dal vento). Emblematico quanto accaduto durante la tappa del Tour de France di ciclismo di Bologna, con cinque eco-vandali che hanno occupato la strada sotto il ponte della stazione Mazzini, sedendosi, incatenandosi tra loro e versandosi addosso e al suolo della vernice rossa, a simboleggiare “il sangue di chi in questo momento sta morendo in Palestina”. Robe da pazzi.

Franco Lodige, 1 luglio 2024

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