Economia e Logistica

Allarme crisi per il dollaro, pesano i dazi di Trump

Blackrock avverte che la divisa Usa rischia perdere il ruolo di valuta globale. Indice S&P mai così male da due anni

crisi del dollaro © Burst tramite Canva.com
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Il dollaro, il re delle monete mondiali, potrebbe perdere la sua sovranità. A causa dei dazi posti da Donald Trump, il biglietto verde rischia di vedere andare al macero lo status di valuta globale ed essere sostituito, soppiantato, magari dal Bitcoin. A fare suonare l’allarme sul dollaro nelle borse mondiali è BlackRock.

Il monito che Larry Fink, numero uno del colosso del risparmio gestito mondiale, affida alla lettera annuale agli azionisti è di quelli che fanno male. Il signore dei fondi di investimento si sofferma prima sulla profonda incertezza che, ormai divenuta ansia diffusa, in queste settimane sta soffocando i mercati azionari e obbligazionari.

Il ruolo del dollaro quale valuta di riserva internazionale “non è garantito che duri per sempre”, scrive l’amministratore delegato di BlackRock. Gli Usa devono quindi tenere sotto controllo il debito pubblico e fare in modo che il deficit smetta di crescere. Altrimenti per le criptovalute, Bitcoin in testa, sarà facile prendere il sopravvento.

Quello tracciato è uno scenario estremamente destabilizzante per l’assetto economico-finanziario del Pianete che, dopo la crisi del Covid e quella delle forniture, sta già  fronteggiando il rischio di una nuova bolla immobiliare in Europa denunciato dalla Bce.

Per evitare che la crisi si aggravi, spiega Fink, bisognerebbe facilitare l’accesso dei piccoli risparmiatori americani non solo a Wall Street e alle sue azioni e obbligazioni, ma anche ai prodotti più remunerativi e meno liquidi.

Il riferimento è alla sfera dei cosiddetti “private asset”, che finora sono stati appannaggio degli investitori istituzionali. Si tratta per esempio dei fondi infrastrutturali che raccolgono risorse per realizzare ponti, ospedali o altre infrastrutture strategiche, così come i fondi immobiliari. Tutto questo, spiega Blackrock, per:

  • evitare la crisi del risparmio pensionistico che preoccupa le famiglie americane;
  • evitare che si allarghi ulteriormente il divario tra i paperoni e gli altri cittadini;
  • porre un argine alla fuga degli investimenti europei da Wall Street come conseguenza alla guerra commerciale scatenata da Trump. Domani, 2 aprile, sarà il D-day con l’imposizione delle tariffe all’Unione Europea.

Secondo le previsioni di BlackRock, gli asset privati potrebbero in prospettiva arrivare a pesare fino al 20% di un portafoglio di investimento ben diversificato, che per il 50% sarebbe invece composto da azioni e per il restante 30% da obbligazioni.

Di certo non c’è tempo da perdere. L’indice S&P 500 a marzo ha perso il 5,8%: si tratta del dato mensile peggiore degli ultimi due anni. Ad affossare il barometro che segna il tempo sulle Borse mondiali è stata la peggiore nemica di chi investe: la paura.

Paura alimentata dall’incertezza dei dazi, dalle conseguenze che la guerra tariffaria in atto avrà sull’inflazione con l’effetto di interrompere il virtuoso percorso di taglio dei tassi imboccato dalla Fed e dalla Bce.  Paura che diventa rapidamente terrore nelle sale operative all’idea che i consumi potrebbero rallentare a tal punto da spedire gli Stati Uniti in recessione.

Tutto questo finirebbe per detronizzare il dollaro. Avrebbe l’esito di sottrarre alla divisa americana il ruolo di valuta globale e cesserebbe di essere considerato il passaporto per gli investimenti e i commerci mondiali. La Cina è pronta ad approfittarsene e lo stesso si può pensare dei Bitcoin.

Per approfondire leggi anche: Salari da incubo, Italia ultima per potere d’acquisto.

Un bel problema anche per la Federal Reserve di Jerome Powell che, mentre deve decidere come procedere sul taglio dei tassi, sta portando avanti il progetto del dollaro digitale. E lo stesso vale per le Banca centrale europea di Christine Lagarde con l’euro digitale.

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