Sociologi e psicologi descrivono sovente i ragazzi nati intorno agli anni 2000 come “Immaturi” e “Isolati” benché “Iperconnessi”. Il quadro però cambia molto se si osservassero i giovani in base alle loro scelte finanziarie. Perché è proprio la cosiddetta I-Generation (64,6%), tallonata dai Millennial (61,3%), a mostrare maggiore interesse a sottoscrivere i fondi Esg: l’acronimo (Environmental, Social, Governance) utilizzato per identificare gli investimenti responsabili. Alla prova dei fatti sono quindi i giovani i più disposti e capaci, al momento di compiere una scelta finanziaria, a fare “rete” per il bene collettivo, guardando non più solamente al puro rendimento economico di fondi di investimento, azioni o obbligazioni come invece continuano a fare molti dei loro padri e nonni. A intercettare il salto culturale è una ricerca curata da Banca Generali, la banca private guidata dall’amministratore delegato Gian Maria Mossa che fa della consulenza al cliente il proprio punto distintivo e che a fine marzo contava già oltre 5,3 miliardi di masse in gestione in Investimenti Sostenibili (ESG).
I giovani battono gli anziani in coscienza ambientale e Investimenti Sostenibili (ESG)
La ricerca di Banca Generali è una miniera di spunti per capire come si è evoluta la sensibilità ambientale del nostro Paese. Se tra i giovani nati dopo il 1996, appunto la I-Generation sono oltre 6 su dieci i sottoscrittori di fondi verdi e restano tali tra i Millennial, che raggruppa i nati tra il 1981 e il 1995, coloro che scelgono gli Investimenti Sostenibili (ESG) scendono a circa cinque su dieci nella Generazione X (54,6%) e tra i Baby boomer (54,4%), per poi ridursi ancora tra i nati durante la Ricostruzione (44,7%) e diventare quasi residuali tra gli ultra novantenni (18%). A confermare l’importanza che gli italiani del terzo millennio assegnano a valori come l’ambiente e la parità di genere – la “Inclusività” – è poi la loro dichiarata disponibilità ad affidare ai fondi Esg anche oltre la metà del proprio patrimonio: 53,6% per la I-Generation e 43,7 per i Millennial.
Investimenti Sostenibili (ESG), uno scrigno tutto green
L’istituto guidato da Mossa conta su 244 fondi con Certificazione ESG (19 in più del 2020) e 5 linee di gestioni patrimoniali verdi, con cui copre 14 dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) codificati dall’Onu. E in un solo trimestre ha già visto, con la propria app “Bg personal portfoglio”, oltre 27mila accessi effettuati dai propri consulenti-private banker per costruire un portafoglio di Investimenti Sostenibili / ESG insieme al singolo cliente. In pratica l’investitore pone i propri paletti in termini Esg e Banca Generali segnala gli strumenti più adatti e dalle performance migliori, costruendo un giardinetto finanziario su misura. L’obiettivo SDGs più cliccato dai clienti Banca Generali è, probabilmente complice lo choc della pandemia del Covid, quello della “Salute e Benessere”, seguono quindi “Sociale e Ambiente” e “Governance”; mentre gli obiettivi che hanno attirato maggiori masse dopo la stessa “Salute e Benessere” sono “Lavoro” e “Ambiente”.
Strategie di investimento sostenibile: risultati da toccare con mano
Le masse investite in Investimenti Sostenibili ESG e le strategie di investimento sostenibile scelte dai clienti di Banca Generali si stima che abbiano permesso sia di non immettere nell’atmosfera 1.655,9 milioni di chilogrammi di Co2, tanto quanto produrrebbe percorrere in auto la Milano-Roma 11,7 milioni di volte, sia di risparmiare 277,1 miliardi di litri d’acqua, equivalenti a 3,9 miliardi di docce, sia una grande quanto diffusa attenzione alla gestione dei rifiuti. Simili i contributi raggiunti sul piano Sociale con per esempio oltre 90mila trattamenti medici forniti ai pazienti a rischio e oltre la metà delle società target (55%) che hanno un elevato livello di soddisfazione tra i dipendenti. Quanto alla parità di genere e più in generale alla governance nelle società sottostanti ai fondi Esg, sono pari al 24% le donne tra le fila del management e nei consigli di amministrazione mentre sono oltre otto su dieci le società (82%) fortemente impegnate contro la corruzione.
A Milano l’Osservatorio sulla finanza sostenibile
Banca Generali è attiva anche sul territorio con la propria filosofia green. Tra le ultime iniziative in materia di sostenibilità la decisione di dare vita a Milano a un centro scientifico di riferimento per la ricerca universitaria nella finanza sostenibile. Il risultato sarà possibile grazie all’Osservatorio “O-Fire” (“Finanza d’impatto e sue ricadute economiche”), frutto appunto della collaborazione tra l’istituto private guidato da Mossa, l’università di Milano-Bicocca e Aifi, l’associazione italiana del private equity. Obiettivo: studiare le forme di risparmio gestito e gli strumenti illiquidi di private equity della sfera Esg delineandone i trend e la capacità di finanziare attività environmental, social, governance, creando valore nel lungo periodo per gli investitori. «La sostenibilità rappresenta da sempre una parte integrante del dna di Banca Generali, tanto che siamo stati i primi in Europa a lanciare una piattaforma di consulenza che parte dalla tavola dei 17 obiettivi di Sostenibilità promossi dalle Nazioni Unite e consente ai clienti di selezionare quelli a loro più vicini e di costruire un portafoglio basato sul contributo prevalente agli SDGs selezionati”, commenta Gian Maria Mossa, Amministratore Delegato di Banca Generali: “Oggi più che mai è evidente che i criteri ESG sono la vera bussola che orienta sia gli investimenti dei grandi gestori internazionali che quelli delle famiglie.
Investimenti Sostenibili / ESG: una gara da record per la sostenibilità
Una ulteriore conferma della diffusa attenzione dei giovani per l’ambiente e agli Investimenti Sostenibili / ESG è infine la partecipazione da record ottenuta dalla Sustainable Investment Challenge. La competizione online – ideata da Banca Generali e Reply in Mip Politecnico di Milano, MainStreet Partners e Cfa Society Italy – ha visto 14.600 scritti da 91 paesi nel mondo che hanno generato un controvalore investito per 1.965 milioni di dollari, a fronte di un volume complessivo di 76.746 operazioni di trading effettuate in aziende con il più alto profilo Esg. I vincitori sono stati tre giovani studenti di Economia della I-Generation e dei Millennial: Guido Alberto Marsico (nato Napoli nel 1998) dell’Università degli studi Suor Orsola Benincasa); Vittorio Ranieri (nato a Spoleto nel 2000) della Università Bocconi e Vincenzo D’Ambrosio (nato ad Avellino nel 1997) dell’Università Luiss. “Siamo felici di essere stati al fianco di un’iniziativa formativa e divertente come la Investment Challenge che partiva dall’ambizioso obiettivo di sensibilizzare gli studenti europei al tema dei portafogli sostenibili. Obiettivo centrato appieno visto il grande successo e riscontro tra i migliaia di iscritti – commenta Andrea Ragaini, vice direttore generale di Banca Generali, che aggiunge – Per noi che siamo stati tra i primi a intraprendere la strada di un’offerta di investimenti sri per le famiglie, misurandone in concreto i risultati non solo finanziariamente ma anche per l’ambiente e i risvolti sociali, vedere la determinazione dei ragazzi nell’affrontare questa sfida a colpi di Investimenti sostenibili / ESG è stato davvero gratificante. La speranza è che iniziative come questa accrescano la consapevolezza che gli investimenti costruiscono le basi per un nuovo orizzonte. Da questo presupposto nasce l’impegno nell’educazione finanziaria e la responsabilità di parlare in modo diverso e con strategie di investimento sostenibile”.
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