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Eurovita, la paura cresce. Necessario mantenere i nervi saldi. Ecco perchè

Coinvolti 400mila clienti per 20 miliardi di risparmi

Assicurazioni / Economia / Finanza

Sono circa 400mila gli italiani coinvolti per quasi 20 miliardi di polizze.

Il caso Eurovita sta tenendo banco ogni giorno di più. Come ricordavo nel mio precedente articolo di qualche giorno fa, la situazione della compagnia assicurativa ha costretto il regolatore (Ivass) prima a commissariare la compagnia e poi a bloccare i riscatti da parte dei clienti. 

Commissariata Eurovita. Ivass blocca le richieste di rimborso

 

1) Perchè Eurovita è stata commissariata?

Ogni compagnia, così come accade anche per le banche, deve rispondere ad un parametro di solidità patrimoniale chiamato coefficiente di solvibilità (Solvency Ratio). Questo misura il livello di patrimonializzazione di una compagnia assicurativa.

È calcolato come rapporto tra il i fondi propri (Own Funds) e il requisito di capitale di solvibilità (Solvency Capital Requirement – SCR) a una certa data. I fondi propri sono determinati a partire dalla valutazione del bilancio della Compagnia a valori di mercato (Fair Value) mentre  l’SCR è determinato valutando i rischi sottostanti al business sviluppato secondo quanto previsto dalla Normativa Solvency II.

Per Eurovita il coefficiente di solvibilità  era inferiore al valore del 150% considerato come soglia di tolleranza dalle autorità di controllo. Da qui, un primo campanello d’allarme.

La compagnia a quel punto sarebbe dovuta intervenire per rimettere a posto il patrimonio con un aumento di capitale previsto per circa 200 milioni, operazione che, invece, Cinven, il fondo proprietario della compagnia non ha effettuto.

Da qui la necessità di commissariamento e la scelta di bloccare, fino al 31 marzo prossimo, i riscatti per evitare che un eccesso di richieste, dettate dalla paura, diventasse esso stesso motivo di distruzione patrimoniale.

 

2) Cosa rischiano i risparmiatori?

Per capire cosa rischiano i risparmiatori, bisogna capire come sono strutturati i prodotti che sono stati venduti dalla compagnia. Si tratta sostanzialmente di due tipi di polizze vita: 

a) Polizze Ramo I (a gestione separata);

Si tratta di investienti finanziari con veste assicurativa in cui il portafoglio ha una gestione separata dal capitale della compagnia stessa. Nello specifico, nel caso in cui Eurovita fallisse, il patrimonio delle gestioni separate non rientrerebbe nel fallimento, ma verrebbe liquidato ai prezzi di mercato dei titoli presenti in portafoglio. In caso di fallimento della compagnia decadrebbe la garanzia della restituzione del 100% del capitale versato. 

 

b) Polizze Multiramo o Ramo III.

Sono composte in parte da una gestione separata, in parte da Fondi Assicurativi Interni (FIA). Per la parte della Gestione separata tutto verrebbe considerato come per le polizza Ramo I di cui abbiamo appena parlato, ma per i (FIA), non ci sarebbe alcun tipo di garanzia se non quella di una valutazione di mercato come per una normale Fondo di investimento.

 

Quindi, se la crisi patrimoniale di Eurovita dovesse continuare oltre il termine stabilito da IVASS, del 31 marzo, il controllore avrà due possibili strade da seguire:

  1. Amministrazione straordinaria. Implicherebbe lo sciogliemento degli organi societari, procedura che potrebbe durare fino ad un massimo di due anni.
  2. Liquidazione coatta amministrativa. Comporterebbe la revoca dell’esercizio dell’attività facedo partire tutte le procedure di liquidazione fallimentare.

Da sottolineare che finora non sono mai stati registrati fallimenti nel mondo delle compagnie assicurative vita in Italia.

A questo punto i risparmaitori coinvolti saranno suppportati dal liquidatore delle polizze, per la valutazione delle somme che verranno restituite loro.

 

3) L’effetto negativo dei tassi di interesse in rialzo.

Il rischio finanziario, che potrebbe incidere sulle somme da restituire ai sottoscrittori è, nella stragrande maggioranza dei casi, causato del veloce rialzo dei tassi di interesse registrato in questi ultimi mesi.

Tali rialzi potrebbero generare cali dei prezzi dei titoli proporzionali alla durata dei titoli stessi. Ogni fondo ed ogni gestione separata, potrebbe avere portafogli completamente diversi, con valori e patrimonialità che andranno valutate al momento dell’eventuale liquidazione. Insomma una situazione tutta da definire e che non può essere in nessun modo considerata a priori senza conoscere la condizione e le scelte effettuate dai gestori.

 

4) Ma allora rischio o non rischio i miei soldi?

La situazione è tutta da definire. Sarà l’attuale commisario, Alessandro Santoliquido, a cercare di valutare meglio la situazione patrimoniale di Eurovita, e di cercare al tempo stesso un acquirente o un nuovo socio che possa garantire i 200 milioni di aumento di capitale previsto da IVASS.

Naturalmente se tale operazione, come già accaduto nelle scorse settimane non dovesse andare a buon fine entrerebbero in gioco tutte le procedure che abbiamo descritto al punto 2) e che potrebbero generare minusvalenze per i sottoscrittori.

A meno di situazioni particolarmente difficili nella gestione interna dei fondi e delle Separate, anche lo Stato, considerata l’esiguità dei capitali richiesti (200 milioni) potrebbe intervenire per salvare, non tanto la compagnia, quanto i 400mila risparmiatori coinvolti.

Del resto se si prende solo in considerazione Monte Dei Paschi, Carige, le sei Banche fallite tra il 2015 ed il 2016 e le successive richieste di interventi patrimoniali, gli esborsi statali e quindi dalle tasche dei contribuenti, hanno abbandantemente superato i 20 miliardi di euro. Per cui 200 milioni sarebbero veramente un’inezia.

 

5) Un ultimo avviso

Come per le banche, anche per le assicurazioni, non tutto vale per tutti. Ogni compagnia non è uguale all’altra, e bisognerà tenere sempre più in conto i parametri di solidità delle stesse per evitare situazioni spiacevoli come quelle che stiamo raccontando.

Insomma sarà sempre più necessario conoscere i livelli di solidità delle banche e delle assicurazioni prima di sottoscrivere qualsiasi tipo di prodotto. Intanto alcuni istituti di credito stanno anche pensando a dei prestiti a supporto dei risparmiatori coinvolti. Ma attenzione si tratta pur sempre di prestiti…

Insomma, se si vuole salvare i risparmiatori ed i risparmi, bisognerà trovare un cavaliere bianco che rilevi Eurovita, ma soprattutto bisognerà evitarne il fallimento. Viceversa gli scenari che si profilano all’orizzonte sono foschi e tutti da definire.

Leopoldo Gasbarro, 19 febbraio 2023